La Lituania vuole l’euro – 04/07/13

VILNIUS – La crisi dell’unione monetaria è tornata d’attualità, come dimostrano l’aumento dei rendimenti obbligazionari in Portogallo, il ritorno della recessione in Irlanda e nuovi dubbi sul futuro della Grecia. Eppure, la Lituania, nuova tigre baltica?, “è determinata a diventare il 19mo membro della zona euro” fin dal 2015, nonostante una fetta importante della popolazione del piccolo paese continui ad avere sentimenti contrastanti nei confronti della moneta unica.


“Non sono d’accordo con coloro che criticano la
zona euro, e puntano sulla sua incapacità a risolvere i suoi problemi”, ha
detto il ministro delle Finanze lituano e nuovo presidente dell’Ecofin Rimantas Sadzius, incontrando un gruppo di giornalisti bruxellesi. “Gli euroscettici che in
molti paesi sostengono che fare un passo indietro è la cosa migliore sono
egoisti da un punto di vista economico. La zona euro in questi anni ha provato
di riuscire a gestire la crisi”.

Parlando alla stampa giovedì mattina, Sadzius ha fatto un curioso confronto con l’Irlanda. Non ha usato l’espressione
tigre baltica, parafrasando il nomignolo di tigre celtica che si usava per
l’Irlanda quando la crisi era ancora inimaginabile, ma il ministro ha fatto un
parallelo tra i due paesi: hanno taglie simili e sono geograficamente agli
antipodi dell’Unione; ambedue soffrono del fenomeno dell’emigrazione; ambedue
hanno (o hanno avuto) economie dinamiche.

Il ministro ha confermato che la Lituania
presenterà domanda per entrare nella zona euro entro l’inizio del 2014. La
moneta del paese è legata all’euro dal 2002. Il debito, al 40,7% del prodotto
interno lordo nel 2012, è tra i sei più bassi dell’intera Unione europea.
L’economia lituana ha subito una drammatica cura dimagrante, dopo una
recessione nel 2009 che ha ridotto il Pil del 14,8% (in Germania la contrazione
dell’economia quell’anno era stata del 5,0%). Nel 2012 la crescita è stata del
3,7%.

“Non possiamo permetterci di rimanere fuori dalla
zona euro – ha spiegato Sadzius -. L’Estonia è membro dal 2011, la Lettonia lo
diventerà nel 2014. Gli investitori guardano alla regione baltica come a un
solo paese. Rimanendo fuori dall’unione monetaria rischiamo di essere
penalizzati da un punto di vista degli investimenti stranieri”. Secondo il
ministro delle Finanze, i benefici di lungo termine dell’adesione all’euro
supereranno di gran lunga gli svantaggi di breve periodo.

Vilnius punta sul commercio, la stabilità
monetaria, tassi d’interesse bassi e appunto investimenti internazionali. A
questo bisogna aggiungere l’indipendenza energetica dalla Russia, che
l’integrazione europea potrebbe facilitare. Eppure, la corsa all’euro non è
priva di dubbi e rischi. Il paese è stretto tra la Russia e la Polonia, due ex
potenze dominatrici. Come altri stati europei l’adesione all’Unione e alla zona
euro è il tentativo di affrancarsi dai vicini troppo ingombranti.

Quanto questo desiderio corrisponda a un trasporto
europeista è incerto. L’indipendenza da poco acquisita rimane un tesoro da
difendere. I sondaggi mostrano che solo una minoranza della popolazione vede
con favore l’adozione dell’euro. Alle domande sull’idea di partecipare
all’unione bancaria o di creare un bilancio della zona euro e accordi
contrattuali tra i paesi membri e la Commissione per facilitare l’adozione di
riforme economiche, il ministro Sadzius è stato (significativamente) evasivo. B.R.