L’assegnazione dell’Esposizione Universale del 2015 a Milano è stata netta: i delegati del Bureau International des Expositions (BIE) hanno dato, lunedì 31 marzo, 86 voti alla città lombarda e 65 alla concorrente Smirne. Il successo è evidente e dopo mesi di "campagna elettorale" la soddisfazione dell’establishment italiano è giustificata (un po’ meno il tono trionfalistico delle dichiarazioni ufficiali e dei titoli di molti giornali, ma questa è un’altra faccenda). Purtroppo l’Europa non ha votato compatta a favore di Milano. Tra gli altri, la Grecia, la Polonia e, a sorpresa, anche la Germania hanno dato il loro voto alla città turca. Dalla votazione al BIE di Parigi non si deve giudicare lo stato di salute delle relazioni italo-tedesche, peraltro molto buone. Il segnale però è interessante per capire un po’ di più la politica estera tedesca. In questo senso, la scelta di votare a favore di Smirne è stata dettata dalla Realpolitik.
La Germania conta 2,5 milioni di immigrati turchi sul suo territorio: una comunità straniera che il Governo federale non può ignorare. Peraltro, il momento nei rapporti turco-tedeschi è delicato dopo che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha chiesto a Berlino di lottare contro le discriminazioni di cui i turchi sarebbero vittime in Germania. Votare per Milano avrebbe creato nuove tensioni, tanto più che il Governo tedesco continua a opporsi all’ingresso della Turchia nell’Unione. Ma dietro alla scelta della Cancelleria vi è anche un segnale di più ampio respiro. Come riferito di recente in questo blog la Germania ormai esporta il 48% del proprio prodotto interno lordo: inevitabilmente gli interessi internazionali del Paese sono sempre più globali e sempre più complessi. E’ bene che i partner europei ne siano consapevoli. A questo proposito, un altro piccolo esempio di politica estera tedesca tratto dalla cronaca di questa settimana: il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier ha appena presentato a Berlino una nuova iniziativa, la Central Asia Water Initiative. "Vogliamo offrire – ha detto – un partenariato di lungo periodo tra la Germania e l’Asia centrale per la gestione delle risorse acquifere". Il programma prevede scambi universitari, accordi economici, investimenti industriali.