Dal 13 novembre Sigmar Gabriel è il nuovo presidente del partito socialdemocratico, il sesto in cinque anni. Il suo compito, come quello dei suoi più recenti predecessori, sarà di risollevare le sorti di una SPD in grave crisi di popolarità. Alle ultime elezioni il partito che fu di Willy Brandt e Helmut Schmidt ha ottenuto il peggior risultato dal 1949, raccogliendo il 23% dei voti, peggio che nel 1953. Una svolta a sinistra è probabile, nel tentativo di smarcarsi dai democristiani e dimenticare gli ultimi quattro anni di grande coalizione, segnati da una politica tutta fatta di compromessi al centro. Alla guida del partito è stata scelta una troika tutta da valutare. Oltre al presidente Gabriel è stata eletta segretario generale Andrea Nahles (ambedue nella foto); capogruppo al Bundestag è l'ex candidato-cancelliere Frank-Walter Steinmeier. Il quotidiano Bild si chiedeva nei giorni scorsi se i tre non faranno la fine di un'altra troika che a breve dovette dare forfait, tali erano le incomprensioni reciproche: Gerhard Schroeder, Rudolf Scharping e Oskar Lafontaine. La sfida di Gabriel, il 50enne ex ministro dell'Ambiente ed ex premier della Bassa Sassonia, è doppia: ridare fiato a un partito in calo di consensi in un momento di crisi dei conti finanziari.
Il pessimo risultato ottenuto dal partito alle elezioni del 27 settembre 2009 comporterà un calo dei contributi pubblici: 40 milioni di euro nel 2010, dai 43,5 milioni del 2009. L'anno scorso l'SPD ha incassato entrate per 167,5 milioni di euro. Il totale è destinato a calare e non solo per una riduzione degli aiuti statali. Il partito sta subendo anche un calo del numero degli iscritti che nel 2008 da soli hanno versato nelle casse socialdemocratiche circa 46,6 milioni di euro. Per di più anche una diminuzione del numero di deputati (146 contro i 222 nella passata legislatura) significa anche minori entrate: ogni parlamentare versa infatti al partito 130 euro al mese. Rimane l'ancora di salvezza delle partecipazioni societarie – l'SPD controlla alcuni giornali e stazioni radiofoniche – ammesso che la crisi economica non riduca drasticamente i dividendi (come probabile). Barbara Hendricks è il tesoriere del partito. Qualche giorno fa ha messo il dito sulla piaga parlando del futuro dell'SPD: il movimento di Gabriel deve ridurre le spese senza mettere a soqquadro le ambizioni politiche di un partito che si vuole popolare. E' fattibile? Addirittura, la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung nei giorni scorsi si chiedeva se un partito possa fallire. Era per molti versi una provocazione, ma indicativa dello stato d'animo.