Per ammirare le collezioni d'arte delle banche tedesche di solito non si hanno molte alternative: bisogna intrufolarsi negli uffici oppure aspettare la giornata in cui le opere vengono esposte al pubblico. Commerzbank invece ha deciso di mettere a disposizione di alcuni musei una parte della sua collezione. Un'operazione che è al tempo stesso culturale, filantropica ed economica.
L'istituto di credito ha trasferito in comodato gratuito per 25 anni un centinaio di opere d'arte moderna a cinque pinacoteche tedesche: la Galleria nazionale di Berlino, il Museo d'arte moderna e lo Städel di Francoforte, le Gallerie comunali e la Collezione statale di Dresda. La scelta delle città non è casuale: la banca ha oggi sede a Francoforte, ma ha avuto i propri uffici per molti anni a Berlino, e a Dresda è nata Dresdner Bank, la filiale appena acquistata.
«Abbiamo messo l'arte, la cultura e i giovani in cima alla nostra agenda», ha detto il presidente di Commerzbank Martin Blessing. «Ma non crediamo che dobbiamo per forza avere la nostra collezione. I musei dopotutto sono la destinazione naturale di quadri e sculture». Tra le 100 opere selezionate – il valore complessivo è di decine di milioni di euro – vi sono oggetti e dipinti di Paul Klee, Andy Warhol, Morris Louis, Henri Laurens, Dan Flavin.
Commerzbank conta circa 2mila opere d'arte, molte delle quali acquisite dopo la fusione con Dresdner Bank, annunciata nell'agosto del 2008. In un momento in cui molti musei in giro per l'Europa sono a corto di risorse finanziarie e devono fare i conti con la crescente concorrenza di numerosi paesi emergenti, la scelta della banca tedesca è un'occasione per arricchire la collezione con oggetti pregiati, spesso mai visti prima.
Spiega Astrid Kiessling-Taskin, la curatrice della collezione d'arte della Commerzbank: «Il contratto che abbiamo firmato con i cinque musei prevede un prestito di 25 anni, che può essere nel caso rinnovato. L'accordo prevede che il costo del trasporto sia a nostro carico, mentre l'assicurazione spetta al singolo museo. Sono tutte opere moderne o contemporanee, in alcuni casi di artisti ancora vivi».
La signora Kiessling-Taskin non nasconde di essere molto felice di questa operazione: «Dipinti e sculture sono ora in buone mani – spiega –. Non abbiamo né le risorse né i mezzi per preservare e curare le opere in modo che possano essere ammirate dalle prossime generazioni». La scelta di Commerzbank giunge dopo che all'inizio dell'anno la banca ha deciso di vendere all'asta per 74 milioni di euro la celebre statua di Alberto Giacometti, L'Homme qui marche.
L'operazione prevede che ciascun museo riceva anche un milione di euro da investire in progetti culturali. Udo Kittelmann, il direttore della Galleria nazionale di Berlino, è felice: «Non solo da oggi siamo milionari, ma l'idea di investire i soldi in progetti pedagogici è molto convincente». La strategia di Commerzbank è doppia. Da un lato vuole risparmiare sui costi di manutenzione mentre cerca di risanare il bilancio dopo la crisi del 2008-2009. Dall'altro, c'è il tentativo di approfittare di un ritorno d'immagine in un momento in cui le banche non sono molto popolari, complice il loro ruolo nello sconquasso finanziario.
L'arma culturale non è insolita per le aziende tedesche, soprattutto in periodi di crisi. Le aziende, piccole e grandi, utilizzano attività museali o progetti culturali come strumento di marketing: servono a rafforzare l'identità dell'impresa, a motivare i dipendenti, ad attirare nuove leve.
B.R.