In Francia, un moderno dazibao fa faville (presto anche in Italia)

La Gare du Nord di Parigi è ritenuta la stazione ferroviaria più utilizzata d’Europa – 292 milioni di viaggiatori nel 2018. Nella folla ci si muove a fatica. Di passaggio nei giorni scorsi, vi ho scorto per caso un distributore di racconti brevi. A modo suo, un moderno dazibao.

A tutta prima l’apparecchio rassomiglia a una delle tante macchinette che ormai abbondano nei luoghi pubblici. In realtà non vende biglietti o rifornisce di bibite, ma distribuisce (gratuitamente) piccoli esempi di letteratura. Il viaggiatore è chiamato a scegliere un racconto. Qualche secondo dopo, da una fessura emerge una stampata, più o meno lunga. La selezione è dettata dal caso, l’unico parametro è la durata della lettura: uno, tre o cinque minuti a seconda del tasto premuto.

20200127_171714Internet e le reti sociali hanno risvegliato in molti il desiderio, l’indole, se non la passione recondita di scrivere e di esprimersi. I commenti lasciati sui siti dei giornali, su Twitter e su Facebook ne sono la quotidiana (e non sempre positiva) conferma. Una società francese, Short Edition, ha deciso di approfittarne. L’azienda è nei fatti una piattaforma di collaborazione tra scrittori e lettori. Incuriosito, ho interpellato la società per capirne di più. Tra le altre cose, ho scoperto che ha un inatteso padrino: il regista Francis Ford Coppola.

Mi spiega Caroline de Cuverville, portavoce di Short Edition: “Noi permettiamo a chiunque di caricare sulla nostra piattaforma racconti più o meno lunghi, creando un conto gratuito. Questi racconti vengono letti da una comunità di 120 lettori e selezionati dal nostro comitato editoriale di quattro persone. Quelli prescelti vanno ad arricchire una banca dati da cui poi vengono stampati dai diversi distributori”.

La società vende il distributore ai clienti e si incarica di versare diritti d’autore agli scrittori. Attualmente Short Edition – in tutto 21 dipendenti – conta 119 partner in giro per il mondo e una riserva di 8mila scrittori e 145mila racconti. E’ presente con circa 300 distributori in Francia, negli Stati Uniti, in Canada, in Inghilterra, in Svizzera, in Australia, a Hong Kong e tra poco anche in Belgio e in Italia, dove ha firmato un accordo con Eatitaly, la catena di ristoranti (il primo distributore verrà consegnato tra 3-6 mesi).

“Nel 2019 abbiamo superato quota cinque milioni di racconti stampati”, dice la signora de Cuverville.

Le aziende partner di Short Edition lavorano nei campi più disparati. I distributori si trovano nelle stazioni e negli aeroporti, negli ospedali e nelle case di riposo, negli uffici pubblici e nelle università. “Scegliamo trame compatibili con l’ambiente o con il momento – precisa la portavoce –. Per esempio, nelle case di riposo scegliamo storie leggere, mentre la SNCF ci ha chiesto che il giorno della Festa della Donna i racconti a disposizione nelle stazioni siano tutti scritti da donne”.

Mi è difficile fare il recensore. Troppo poche le letture. Tra i racconti che ho avuto modo di leggere mi è rimasta impressa la storia di una bambina uccisa da un bombardamento durante la guerra mentre suonava il pianoforte.

Alcune precisazioni di ordine più concreto. Short Edition esiste dal 2011, e ha iniziato a distribuire gratuitamente racconti dal 2016. Il suo giro d’affari è di un milione e mezzo di euro. Non è solo una casa editrice digitale. Pubblica su carta le raccolte dei migliori racconti; e organizza anche premi letterari. I diritti d’autore dei racconti stampati dai distributori sono distribuiti in modo equanime tra gli scrittori presenti in banca dati poiché la stampa delle singole trame avviene in modo aleatorio.

Quanto a Francis Ford Coppola, il regista si è innamorato dell’idea ormai tempo fa. Ha dotato i suoi ristoranti e caffè in California con distributori di racconti brevi: “Mi è piaciuta – ha spiegato – l’idea di una macchinetta nella quale non devi inserire denaro per ottenere patatine, birra o caffè, ma che ci offre arte! Gratuitamente per di più!”.

Un ultimo dettaglio: in media le stampate alla Gare du Nord sono 60 al giorno per ciasun distributore (sono quattro in tutto nella stazione). Alla signora de Cuverville ho chiesto se per caso gli scioperi recenti in Francia avessero provocato un aumento dei viaggiatori-lettori pur di ammazzare il tempo: “Difficile da dire. Forse sì, ma è anche vero che durante gli scioperi il numero dei viaggiatori è diminuito…”.

(Nella foto, uno dei distributeurs d’histoires courtes presenti nella Gare du Nord a Parigi)

  • habsb |

    sig. Romano

    molti analisti si concentrano sull’impatto della tecnologia in campi come la robotica o l’intelligenza artificiale, ossia i servizi resi da machine.
    Meno analizzato è l’impatto della tecnologia in un’altra direzione : quella che permette l’offerta di servizi da parte della vasta massa di persone che transitano sul pianeta senza lasciare traccia.
    Solo 70 anni fa era virtualmente impossibile all’uomo della strada di effettuare costosi viaggi in aereo, speculare in Borsa, comunicare con contrade remote del pianeta, vendere beni a sconosciuti, scrivere libri o giornali, finanziare un progetto participativo, accompagnare sconosciuti in auto a pagamento. Oggi molti lo fanno abitualmente. A volte si chiama cio’ “uberizzazione” dell’economia.

    E perché fermarsi alla letteratura ? Si puo’ perfettamente immaginare un simile dispositivo per vendere saggi, o reportage di attualità. Cosi’ come non pago piu’ un taxi ma l’Uber che mi fa il prezzo piu’ basso, allo stesso modo non pago piu’ il giornale o il giornalista ma un dilettante che mi offre notizie o approfondimenti al prezzo più basso, magari addirittua gratuito.
    Il crollo verticale delle vendite dei giornali è un sintomo di questa tendenza

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