Backstage del vertice europeo – Oltre 30 ore di trattative e 26 incontri ristretti

Vi sono vertici europei o incontri internazionali che hanno una portata storica. Quello della settimana scorsa qui a Bruxelles è probabilmente tra questi. I Ventotto hanno trovato un sofferto accordo per permettere al primo ministro inglese David Cameron di fare campagna elettorale a favore della permanenza della Gran Bretagna nell’Unione. Il referendum si terrà il 23 giugno. La partita è tutt’altro che terminata, il voto referendario ha un esito incertissimo, ma senza l’intesa della settimana scorsa l’Unione sarebbe entrata in terra incognita, col rischio di creare nuove irreparabili tensioni tra Londra e Bruxelles. L’incontro – su due giorni – è durato più del previsto. Iniziato a metà pomeriggio di giovedì 18 febbraio, doveva terminare a metà giornata il venerdì. È finito invece nella tarda serata di quello stesso giorno. Le trattative sono durate oltre 30 ore. L’entourage del presidente del Consiglio Donald Tusk ha voluto trasmettere alla stampa la cronistoria del vertice. 1799457292_B977905071Z.1_20160220152915_000_GKM6812HQ.1-0.pngPer celebrare l’impresa dell’ex premier polacco, che è riuscito a mettere d’accordo i Ventotto? Possibile; ma forse semplicemente per lasciare ai posteri un ricordo preciso, statistico, degli avvenimenti. Tra le 11:00 del 18 febbraio e le 20:10 del 19 febbraio, Tusk ha avuto 26 incontri ristretti a due o a tre. L’obiettivo, naturalmente, è stato di avvicinare le posizioni delle parti. I diplomatici europei non dovevano soltanto trovare una intesa tra Londra e i suoi partner. Dovevano anche alleviare le particolari preoccupazioni di alcuni paesi membri. La Francia voleva certezze sul rapporto tra paesi euro e e paesi non euro, e sulla possibilità per l’unione monetaria di integrarsi ulteriormente. Il Belgio temeva che il concetto di “unione sempre più stretta” venisse perso per via della richiesta inglese di chiamarsi fuori da questa prospettiva. I paesi del Gruppo di Visegrád – Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria – volevano rassicurazioni sul futuro dei loro cittadini residenti in Gran Bretagna, che secondo i voleri inglesi avrebbero dovuto vedersi ridurre i benefici previdenziali. Spiega un diplomatico europeo: “Le trattative sono state condotte con quattro obiettivi in mente: trovare un accordo per cui tutta l’unione potesse uscirne vincente; informare passo passo il Parlamento europeo, che dovrà a un certo punto approvare quella parte del compromesso che riguarda i benefici previdenziali di cittadini europei residenti all’estero; tenere conto delle preoccupazioni dei paesi più scettici; limitare alla Gran Bretagna le concessioni di una eventuale intesa”.

Secondo un diplomatico nazionale, la sede del Consiglio europeo è stata trasformata tra giovedì e venerdì in una specie di “bivacco”. D’altro canto, il vertice è iniziato alla fine del pomeriggio di giovedì, ma già in precedenza Tusk aveva incontrato separatamente il primo ministro croato Tihomir Oreskovic, il premier inglese Cameron, e il premier olandese Mark Rutte. Una volta terminato l’incontro a Ventotto nella notte tra giovedì e venerdì, Tusk ha incontrato in rapida successione e nell’ordine Cameron, il presidente francese François Hollande, ancora Cameron, ancora Hollande, il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka, il primo ministro belga Charles Michel e nuovamente, alle 05:10 del mattino, lo stesso Cameron. Gli incontri sono ricominciati alle 11:00 del 19 febbraio, dopo qualche ora di sonno. In un primo tempo i Ventotto dovevano incontrarsi per una prima colazione, poi diventata via via che il tempo trascorreva in negoziati a defatiganti a due o a tre, un brunch, un pranzo, un tè, un aperitivo. La lista degli incontri vale la pena di essere trascritta. Il primo a vedere Tusk venerdì mattina è stato Sobotka (11:00), poi a seguire in rapida successione Hollande (11:30), Cameron (11:45), il cancelliere austriaco Werner Faymann (12:10), il primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen (12:20), la cancelliera tedesca Angela Merkel (12:45), il primo ministro italiano Matteo Renzi (13:05), poi – dopo una interruzione di un paio di ore – ancora Hollande (16:10), Hollande e Cameron insieme (16:30), Cameron da solo (16:45), la premier polacca Beata Szydlo (17:15), ancora Cameron (18:20), il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel (18:46), ancora la signora Szydlo (19:35), e poi nuovamente Sobotka (19:50). L’ultimo incontro ristretto di Tusk ha avuto luogo alle 20:10 con il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Solo alle 21:35 i Ventotto si sono rivisti insieme, per cena, momento durante il quale l’intesa è stata finalmente ratificata. L’incontro più cruciale è stato, secondo i partecipanti, quello delle 16:30 di venerdì quando Cameron e Hollande hanno accettato l’intesa relativa ai rapporti tra paesi euro e paesi non euro. La Gran Bretagna non ha ottenuto un veto sulle future proposte legislative relative all’unione monetaria, ma potrà chiedere una discussione approfondita al Consiglio europeo. Una ultima annotazione di colore, ma non troppo. Prima del vertice, la speranza dell’entourage di Tusk era di chiudere la partita negoziale con un “English breakfast” tra i leader venerdì mattina. Non è stato possibile, poiché i negoziati sono andati a rilento. Meglio così, forse. I cuochi della sede del Consiglio europeo sono stati in ambascia negli ultimi giorni. Una regola prescrive che si eviti di offrire uova ai leader, per paura di incorrere nel batterio della salmonella. C’è chi ricorda di malanni di stomaco durante un vertice in una passata presidenza olandese dell’Unione.

(Venerdì pomeriggio, mentre il presidente Tusk era impegnato in un susseguirsi di incontri ristretti, la cancelliera Merkel ha mangiato delle frites nel quartiere del Consiglio europeo. Secondo il sito Lacapitale.be, che ha intervistato il negoziante Antonio Del Vecchio, la signora Merkel ha ordinato e pagato per tutto il suo seguito)

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