Come è consuetudine, le prossime elezioni europee di fine mese saranno valutate per l'eventuale impatto che avranno a livello nazionale. Il premier italiano Matteo Renzi vorrà toccare con mano i primi effetti del suo insediamento in febbraio. Il presidente francese François Hollande vorrà capire se il recente cambio di primo ministro, con l'arrivo all'Hôtel Matignon di Manuel Valls, è piaciuto ai suoi connazionali. Il cancelliere tedesco Angela Merkel vorrà verificare la forza relativa di Alternative für Deutschland, il partito euroscettico nato all'inizio dell'anno scorso.
Gli ultimi sondaggi in Scozia danno vincenti gli elettori che vogliono preservare lo status quo, ma il divario con i nazionalisti si sta riducendo. Alla fine di aprile, il primo ministro scozzese (il First Minister, come viene chiamato a Edimburgo o a Glasgow) Alex Salmond è venuto a Bruges per sottolineare che le ambizioni indipendentiste della sua regione non sono in alcun modo in contraddizione con l'eventuale partecipazione del nuovo paese all'Unione Europea. Se Edimburgo guarda a Strasburgo, Bruxelles guarda a Edimburgo. Qualche settimana fa, parlando alla BBC, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha spiegato che nell'eventualità di un successo dei sì nel referendum scozzese, sarebbe praticamente "impossibile" per la Scozia aderire all'Unione. L'uomo politico portoghese è preoccupato dalla possibilità di un effetto-valanga. Sa che movimenti indipendentisti esistono anche in Spagna, Italia o in Europa centro-orientale, e teme pericolose pressioni centrifughe proprio mentre la sfida per i paesi della zona euro è di integrarsi sempre più per meglio affrontare la crisi economica. Anche a Bruxelles, quindi, una vittoria relativa dei nazionalisti scozzesi al momento del rinnovo del Parlamento europeo non lascerebbe indifferenti. In aprile, Barroso non ha incontrato Alex Salmond in visita in Belgio, e ha chiesto al commissario all'ambiente Janez Potocnik di fare da padrone di casa. Qualche giorno fa, un funzionario scozzese del servizio diplomatico europeo, Bernard Savage, è uscito allo scoperto, con un articolo in cui ha difeso le ambizioni indipendentiste della Scozia: "E' giunto il momento – ha spiegato – di parlare apertamente, ragionevolmente e pragmaticamente dei problemi che una vittoria dei sì in Scozia comporterebbe". Si può facilmente presumere che la scelta di Savage, attualmente responsabile dei rapporti dell'Unione Europea con il Nord Africa, non sia piaciuta ai vertici comunitari qui a Bruxelles. Il 25 maggio quando verranno pubblicati i risultati sul rinnovo del Parlamento europeo, anche i dati relativi alla piccola Scozia conteranno.
(Nella foto, Alex Salmond, 59 anni, durante il suo recente discorso al Collegio d'Europa a Bruges)
NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook