Una foto, un nome, un futuro: Helle Thorning-Schmidt a Bruxelles?

Ci sono fotografie che fanno la notorietà del loro anonimo protagonista. Nel 1961, Konrad Schuman è un Vopos a Berlino Est. Decide improvvisamente di saltare il Muro in costruzione e di fuggire a Ovest. La sua corsa oltre-frontiera è immortalata da Peter Leibing, un giovane fotografo della Conti Press che stava osservando gli operai mentre questi erigevano la separazione che per 28 anni avrebbe diviso Berlino. Nel 1972, Kim Phuc è una bambina di nove anni che scappa dal suo villaggio vietnamita attaccato al Napalm dall'aviazione americana. Article-2521146-1A0206BA00000578-199_964x573A fotografarla mentre impaurita corre nuda sotto le bombe è Nick Ut, un giornalista dell'Associated Press. Nel 1984, Sharbat Gula è una ragazza afghana rifugiata in Pakistan durante l'occupazione sovietica del suo paese. Fu fotografata da Steve McCurry, un fotografo della National Geographic Society, mentre era a scuola in un campo profughi. Apparsa su numerose copertine, la giovane donna è definita da alcuni la Mona Lisa afghana. Altri tempi, altra situazione, altra protagonista: una immagine ha avuto particolare risalto in questi giorni. È stata scattata a Johannesburg durante i funerali di Nelson Mandela il 10 dicembre. Ritrae il presidente americano Barack Obama, il primo ministro inglese David Cameron e il premier danese Helle Thorning-Schmidt mentre si fotografano, sorridenti, con un cellulare. L'atteggiamento è goliardico; forse inappropriato viste le circostanze? A loro giustificazione, c'è il fatto che i funerali dell'ex presidente sudafricano sono stati anche una grande festa popolare. Il caso vuole che di questi tempi il nome della signora Thorning-Schmidt stia circolando a Bruxelles: a sorpresa, il premier danese è tra i possibili candidati alla presidenza della Commissione o del Consiglio.


Finora i nomi che circolavano erano quelli, tra gli altri, del primo ministro irlandese Enda Kenny, dell'ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, dell'ex presidente del Consiglio italiano Mario Monti, del presidente lituano Dalia Grybauskaité. L'eventuale candidatura della signora Thorning-Schmidt è per molti versi una sorpresa. Eppure, perché no? Alcuni diplomatici qui a Bruxelles fanno notare che soddisfa non poche condizioni. È un primo ministro in esercizio; ha esperienza di Europa per essere stata tra le altre cose parlamentare europea per cinque anni, dal 1999 al 2004; è una socialdemocratica del Nord impregnata di quel tanto di liberalismo che piace anche ai conservatori del Sud; è una esponente dell'Ovest ma è vicina all'Est; parla un eccellente inglese e un buon francese; il suo paese non è nella zona euro ma ha deciso di legare la sua moneta all'euro; ha presieduto l'Unione nel primo semestre del 2012; è giovane (ha 46 anni); ed è infine la nuora di un ex commissario europeo, il britannico Neil Kinnock. Un ultimo fattore a suo vantaggio: è una donna, in un momento in cui c'è il desiderio di perseguire un gender balance, un riequilibrio dei sessi. L'anno prossimo l'Unione dovrà rinnovare quattro cariche delicate: scadono i mandati dei presidenti della Commissione, del Consiglio e del Parlamento, oltre a quello dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera e la Sicurezza. Un eventuale arrivo della signora Thorning-Schmidt a Bruxelles coinciderebbe più o meno con la fine del suo mandato in Danimarca, fissata per il 2015. "La partita – avverte un diplomatico europeo – si giocherà fino all'ultimo minuto ed entrerà nel vivo solo in primavera". In poche parole, il nome della signora Thorning-Schmidt potrebbe finire nel dimenticatoio da qui a metà 2014. Invece, non sarà probabilmente dimenticata la foto presa in Sud Africa. A proposito: l'immagine è stata scattata da Roberto Schmidt, un fotografo dell'Agence France Presse che in una intervista al sito di informazione Slate ha detto di essere rimasto sorpreso del polverone che l'immagine ha provocato.

 

(Nella foto, il primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt tra il presidente americano Barack Obama e il premier inglese David Cameron a Johannesburg il 10 dicembre 2013)

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