Asilo e immigrati – Chi fa (veramente) di più in Europa? Ecco alcune cifre

Da quando la settimana scorsa una imbarcazione carica di migranti è naufragata al largo di Lampedusa facendo circa 300 morti, tra Bruxelles e Roma rimbalzano le cifre su come i paesi europei affrontano l'immigrazione verso l'Unione. Manca una politica comune dell'asilo, nel senso che finora i paesi membri hanno rifiutato di avere una strategia unica di ridistribuzione delle persone sull'intero territorio europeo. Enrico-letta-and-jose-manuel-barroso-1-402x293Ufficialmente, ma la regola è spesso disattesa, vale un regolamento del 2003 (detto di Dublino II) per il quale la richiesta di asilo va presentata nel paese di primo arrivo. L'Italia vorrebbe modificare questa norma per renderla più flessibile, e rendere l'onere di gestire l'immigrazione più europeo e meno italiano. La Germania e altri paesi del Nord Europa ribattono che loro già fanno più dell'Italia nell'accogliere gli immigrati che vogliono installarsi in Europa. Le ultime cifre pubblicate dall'ufficio statistico europeo Eurostat fanno chiarezza. Cominciamo dalle richieste di asilo. Negli ultimi 12 mesi, fino al giugno scorso, la Germania ne ha ricevute 96.890, la Francia 64.500, la Svezia 46.340, la Gran Bretagna 30.255 e l'Italia appena 20.905. Nel secondo trimestre del 2013, le richieste presentate alla Germania sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il 74,9% di coloro che fanno richiesta all'Italia hanno tra i 18 e 34 anni. La percentuale tedesca in questa stessa classe d'età è del 45,7%. Viceversa, il 30% dei richiedenti in Germania ha meno di 13 anni (la quota italiana è pari al 7,5%).


Secondo Eurostat, nel secondo trimestre del 2013 i paesi che hanno registrato il maggior numero di richieste d'asilo per milione d'abitante sono la Svezia, l'Ungheria e Malta. Da dove provengono le richieste? Quelle inoltrate alle autoritè tedesche sono prevalentemente russe, siriane, serbe e afghane. Quelle inoltrate alle autorità italiane sono invece soprattutto di cittadini pakistani, somali, afghani e nigeriani. Veniamo ora alle decisioni che vengono effettivamente prese dai vari paesi. Tra aprile e giugno, la Germania ha preso 15.455 decisioni sulle richieste ricevute. Ne ha respinte 10.350 (il 67% del totale), e ne ha accolte 5.105. Su 14.955 richieste, la Francia ne ha respinte l'81%. Su 11.610, la Svezia ne ha respinte il 51%. L'Italia è un caso a sé. Ha portato a termine 6.820 istruttorie e ne ha accolte più della metà, 3.685 (il tasso di rifiuto è stato del 46%). In altre parole, la Germania – così come la Francia – riceve molte richieste, accetta un numero sostanzioso di immigrati, ma adotta una selezione apparentemente severa. L'Italia riceve un numero inferiore di richieste e di immigrati, ma in percentuale il numero di domande che vanno a buon fine è elevato, più elevato che in altri paesi europei. In ultima analisi, nel 2012 la Germania ha concesso asilo a 22.165 persone (su un totale di 77.500 richieste), l'Italia a 9.270 (su un totale di 15.715). A titolo di confronto, la Germania l'anno scorso ha accettato circa 270 richieste per ogni milione di abitanti, mentre l'Italia ne ha accettato circa 151 per ogni milione di abitanti. Al netto di tutte le possibili considerazioni, come per esempio la presenza più o meno elevata sul territorio nazionale di immigrati clandestini, Berlino è stata più generosa di Roma.

 

PS: Un'ultima annotazione. Ci sono paesi che stanno diventando destinazioni a tutta prima impensabili: l'Ungheria, per esempio, ha ricevuto tra aprile e giugno 9.350 richieste d'asilo, 25 volte in più rispetto allo stesso periodo del 2012. Bulgaria e Polonia hanno registrato nello stesso trimestre un numero di richieste 3-4 volte superiore allo stesso trimestre dell'anno scorso. A dirigersi verso l'Ungheria sono i kosovari, i pakistani e gli algerini; verso la Bulgaria sono i siriani, gli algerini e gli irakeni; verso la Polonia sono i russi, i georgiani e i siriani.

 

(Nella foto, il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso mercoledì 9 ottobre in visita a Lampedusa)

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