Basilea 3, accordo su bonus e capitale – 01/03/13

BRUXELLES – Dopo mesi di negoziati e centinaia di promemoria, Parlamento e Consiglio hanno finalmente trovato un accordo (preliminare) su un pacchetto legislativo di circa 1000 pagine che prevede nuovi requisiti patrimoniali per le banche così come limiti ai bonus dei banchieri. Quest'ultima decisione, particolarmente controversa in alcuni ambienti politici, è stata accolta negativamente da un settore bancario europeo che teme la concorrenza asiatica e americana.


I bonus non potranno superare l'ammontare della
remunerazione salariale, salvo l'accordo della maggioranza degli
azionisti della società che potranno aumentare il bonus, portandolo a un
livello doppio dello stipendio. L'obiettivo è mettere fine agli eccessi
degli ultimi anni. L'intesa presentata ieri qui a Bruxelles è una
vittoria del Parlamento e una sconfitta del governo inglese, che aveva
fatto campagna per evitare limiti salariali. Sono 144mila i banchieri
che lavorano nella sola City di Londra.
«L'accordo significa meno
soldi per i bonus e più soldi per gli investimenti e l'occupazione», ha
dichiarato Udo Bullmann, un deputato socialdemocratico tedesco che ha
partecipato ai negoziati. L'intesa deve ora essere approvata da una
maggioranza dei 27 paesi membri e dalla plenaria del Parlamento.
«Dobbiamo capire se la legislazione è abbastanza flessibile – ha
avvertito il premier inglese Davd Cameron -. Analizzeremo attentamente
l'esito dei negoziati prima di decidere la posizione da assumere
all'Ecofin».
Le regole sui bonus si applicheranno a tutte le banche
europee, anche alle filiali fuori dall'Unione, e a tutte le banche non
europee con uffici in Europa. Sconti sono previsti nel caso di bonus non
in contanti e il cui pagamento è diluito nel tempo. In segno di
trasparenza, il Parlamento ha ancora imposto che le banche pubblichino,
paese per paese, tasse, profitti e sussidi. L'entrata in vigore del
pacchetto è prevista nel 2014. La presidenza irlandese dell'Unione ha
parlato di compromesso "equilibrato".
Alex Beidas, uno specialista
dello studio legale Linklaters, è convinto invece che l'accordo metterà
le banche europee «in una posizione di svantaggio sul mercato globale».
Parlando a Bloomberg, ha aggiunto: «C'è un vero pericolo di assistere al
trasferimento di banchieri verso l'America e l'Asia». Più in generale
il pacchetto prevede la trasposizione dei nuovi requisiti patrimoniali
di Basilea III, la cui graduale entrata in vigore fissata per il 2013 è
stata rinviata anche a causa dei lunghi negoziati europei.
«Oltre a
Basilea III abbiamo adottato altri parametri speciali. In questo senso è
un salto quantico nel rafforzare le banche», spiega un responsabile
comunitario. Il capitale Core Tier One dovrà salire a un minimo del 7%
dell'attivo (9,5% per le banche sistemiche) entro il 2019. Gli istituti
di credito dovranno avere a disposizione attività facili da vendere per
affrontare una crisi di 30 giorni. Il requisito dovrà essere addottato
entro il 2018, un anno prima di quanto stabilito da Basilea III.
Commentava
ieri Noonan: «Questa revisione delle regole bancarie farà sì che in
futuro le banche avranno capitale sufficiente, sia da un punto di vista
quantitativo che qualitativo, per resistere agli shocks e proteggere i
contribuenti europei». Sorprese al momento del voto all'Ecofin non si
possono escludere, se è vero che alcuni paesi avrebbero espresso riserve
sull'accordo. La Gran Bretagna dovrà decidere se bloccare l'intesa sui
bonus, con tutti i rischi, anche politici in patria, che ciò
comporterebbe. B.R.