GB-UE – Quando nell’economia inglese il whisky fa meglio della City

Il discorso di David Cameron ieri a Londra farà discutere per lungo tempo, un po' come quelli di Margaret Thatcher del 1988 e di John Major nel 1993, altri due primi ministri inglesi che prima dell'attuale premier conservatore hanno voluto rivedere in un modo o nell'altro il rapporto della Gran Bretagna con l'Europa. David CameronNel suo intervento Cameron ha lasciato trasparire quanto la sua posizione sia ambigua, e quindi debole. Vuole strappare il massimo possibile da Bruxelles, sapendo perfettamente che lasciare l'Unione sarebbe deleterio per il suo paese, ma sperando che i suoi partner non vorranno metterlo le spalle contro il muro, smascherando il suo bluff. Non passa giorno senza che l'establishment economico inglese faccia notare alla classe politica i grandi vantaggi che il paese sta traendo dall'Unione, a cominciare dalla possibilità di negoziare da una posizione di forza accordi di libero scambio. A questo proposito, qualche settimana fa l'associazione dei produttori di whisky, la Scotch Whisky Association (SWA), ha sottolineato che questo settore dell'economia è più produttivo della stessa City di Londra.


L'associazione ha festeggiato alla fine dell'anno scorso il suo centenario. Oggi l'industria del whisky conta 10.600 dipendenti, ma in via indiretta dà lavoro a 36.000 dipendenti. Il  settore pesa nell'economia scozzese per 4,2 miliardi di sterline, di cui 2,9 miliardi nell'industria stessa e altri 1,3 miliardi nell'indotto. A livello della Scozia, le esportazioni di whisky hanno un valore di 4 miliardi di sterline all'anno, più del petrolio raffinato (3 miliardi) e del settore finanziario (2,5 miliardi).  Secondo lo studio della SWA, messo a punto da quattro società indipendenti, il whisky ha contribuito alla crescita tra il 2002 e il 2012 delle esportazioni scozzesi per il 55%. Ancor più curioso è scoprire che la produttività del settore è aumentata fino a toccare le 275.000 sterline per dipendente. Il valore aggiunto dei lavoratori nell'industria del whisky è del 57% superiore a quello dei dipendenti della City londinese. Pur limitati a un settore molto particolare dell'economia britannica, i dati sono interessanti. Sottolineano i vantaggi che la Gran Bretagna ha tratto dalle intese commerciali firmate dall'Unione; e smentiscono il mito di un settore finanziario particolarmente produttivo. Anche nell'ottica della zona euro, quest'ultimo aspetto non è banale mentre i 17 si apprestano ad affrontare le richieste inglesi di una rinegoziazione del rapporto tra la Gran Bretagna e l'Unione. Ai partner europei potrebbe convenire di smascherare il bluff inglese, tanto più che negli ultimi tempi, Londra, forte della necessità dell'unanimità in molti campi europei, non ha esitato a ricattare gli altri paesi pur di raggiungere i suoi obiettivi nazionali, innervosendo non poco molti paesi membri. L'ultimo esempio riguarda la riforma della vigilanza bancaria.

 

(Nella foto, David Cameron ieri a Londra nella sede di Bloomberg News)

NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook