I giornali italiani hanno titolato nei giorni scorsi su un asse o un patto italo-tedesco tutto rivolto al desiderio di rilanciare la crescita economica della zona euro. "Patto Germania-Italia per la crescita", titolava il Corriere della Sera il 26 aprile. "Piano segreto Monti-Merkel". ribadiva il 30 aprile La Repubblica. Sui giornali tedeschi i toni sono parsi meno trionfalistici, più discreti (e più realistici?). Anzi la notizia non è stata ripresa, o quasi.
A un certo punto, la signora Merkel si è fatta portare carta e penna per prendere appunti quando parlava il suo interlocutore, sorprendendo anche i suoi stessi collaboratori. Dietro al rapprochement italo-tedesco però non ci sono soltanto le affinità personali che ridanno serenità a un rapporto tra due alleati. L'Italia è convinta che l'Europa abbia bisogno di un piano di rilancio economico, fatto di investimenti pubblici e privati. Senza crescita il risanamento dei conti pubblici è fine a se stesso, e la crescente disoccupazione potrebbe creare gravi tensioni sociali. In questo senso, convincere il governo tedesco della necessità di sostenere la congiuntura è indispensabile. E la Germania, quali sono i suoi interessi a fiancheggiare l'Italia? Da un lato è probabile che la signora Merkel condivida almeno in parte il ragionamento del governo italiano. Al di là di questo aspetto, vedo almeno due interessi. Il primo è legato all'eventualità di una vittoria del socialista François Hollande alle presidenziali francesi del 6 maggio. Berlino sa che Hollande vuole fare campagna per dare un nuovo mix di politica economica nella zona euro (per riassumere: più crescita, meno austerità), e vuole giocare d'anticipo per tracciare una possibile strada e difendere i propri interessi. Il secondo motivo è di politica interna. I sondaggi danno i democristiani della signora Merkel sempre in testa, ma i socialdemocratici si stanno lentamente riprendendo. In maggio potrebbero vincere le elezioni in due Länder, lo Schleswig-Holstein e il Nord-Reno Vestfalia. Una vittoria di Hollande a Parigi potrebbe dare all'SPD nuovo slancio, e soprattutto indurla a fare nuove richieste al governo Merkel che dei socialdemocratici ha bisogno per approvare con una maggioranza dei due terzi del Bundestag il fiscal compact e il trattato istitutivo del fondo salva-stati ESM. Anche in questo caso, il cancelliere vuole giocare d'anticipo e blandire l'opposizione socialdemocratica, usando la sponda italiana per accreditarsi nella discussione su un rilancio dell'economia europea, senza per questo tradire le attese di quella parte della società tedesca sempre preoccupata all'idea di abbandonare il rigore. Se il ragionamento è corretto, è legittimo chiedersi quanto duraturo sarà il nuovo "patto italo-tedesco", e quanto riuscirà a trarne il governo italiano.
(Nella foto, il cancelliere Angela Merkel e il primo ministro Mario Monti)
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