McAllister, uno scozzese al governo di un Land – 02/07/10

FRANCOFORTE – La classe politica tedesca è sempre più variopinta, lo specchio di una Germania dove gli immigrati, o meglio i figli di immigrati, raccolgono consensi e occupano spazi, riservati in altri paesi europei ai solo autoctoni. Da ieri il nuovo ministro-presidente della Bassa Sassonia si chiama David McAllister, di padre scozzese e madre tedesca.



Il volto nuovo della democrazia cristiana, che parla inglese con un leggero accento di Edimburgo, è stato eletto alla guida di una delle regioni più ricche e industriali del paese. A 39 anni diventa così il più giovane ministro-presidente regionale. Prende il posto di Christian Wulff, appena nominato alla presidenza della Repubblica.
A Hannover, capitale della Bassa Sassonia, McAllister è chiamato Mac. Nato nel 1971 a Berlino, l'uomo politico è il figlio di un soldato britannico di stanza nell'allora Germania Occidentale e di una insegnante tedesca di musica. A 11 anni la famiglia lascia Berlino Ovest e trasloca a Bad Bederkesa, una piccola cittadina nei pressi di Cuxhaven.
Diventa avvocato, ma preferisce la carriera politica, nelle file della Cdu. Il periodo trascorso nella città del Muro ai tempi della guerra fredda lascia il segno: «Futuro, non socialismo », è il motto del suo sito personale. Alcuni lo paragonano a Helmut Kohl, anch'egli diventato ministro-presidente (della Renania Palatinato) a 39 anni. Forse il parallelo è un po' audace.
Resta che McAllister, che ha passaporto tedesco e inglese, è un nuovo esempio della Germania multikulti. Il presidente dei Verdi Cem Özdemir è figlio di immigrati turchi; il ministro della Sanità Philipp Rösler è di origine vietnamita, adottato giovanissimo da una coppia di tedeschi; Aygül Özkan è diventata qualche settimana fa il primo ministro regionale di religione musulmana.
Paese di vecchia immigrazione, la Germania è più tollerante e aperta di quanto spesso non si pensi. È vero che il sistema scolastico spesso non aiuta l'integrazione e non facilita l'ingresso dei figli di immigrati nell'establishment nazionale. Ma è anche vero che si moltiplicano i casi che vedono personalità di origine straniera fare carriera.
Per molti versi la squadra di calcio è lo specchio del paese. Sui 23 giocatori selezionati per i Mondiali 11 hanno origini straniere. Ha detto il centrocampista Mesut Özil, di genitori turchi: prima di entrare in campo «recito alcuni versi del corano in arabo e prego per la nostra salute e il nostro successo». Non male per un giocatore che veste la maglia della Germania.
B.R.