Una notizia dei giorni scorsi ha fatto discutere sul modo in cui la Germania sta affrontando l'integrazione degli immigrati in un paese che conta oltre sette milioni di stranieri e circa
La Repubblica Federale – come l'Italia – non ha i principi radicali della Francia, dove la separazione tra Stato e Chiesa è netta e la laicità vuole garantire neutralità religiosa. In molte regioni tedesche corsi di religione fanno parte del programma ufficiale, il crocefisso è presente nelle classi e le suore insegnano indossando l'abito religioso. Lo stesso referendum berlinese di questa primavera ha messo in luce come la questione sia aperta. Evidentemente, è più difficile in questo contesto ambiguo prendere decisioni che non appaiano controverse. Tornando alla sentenza, mentre la preside Brigitte Burchardt mette l'accento sull'organizzazione scolastica e sull'impronta laica di una scuola pubblica, il giudice Wegener crede che nessuno possa veramente impedire a Yunus M. di pregare, se così richiede la sua religione. Pregare a scuola: sì o no? Il tema delicatissimo ha scatenato le reazioni dei lettori nei siti dei giornali tedeschi. C'è chi ha sottolineato le difficoltà di fare le abluzioni tradizionali prima della preghiera e chi ha notato che dopotutto il ragazzo in questione pregherà a scuola una sola volta al giorno (le altre quattro preghiere giornaliere avrebbero luogo fuori dagli orari scolastici). La sentenza del magistrato berlinese (qui il comunicato stampa del tribunale) potrebbe rivelarsi un nuovo punto di riferimento giuridico, in Germania e in Europa, nello stesso modo in cui lo è stata per molti versi la scelta francese di vietare il velo nelle scuole.
P.S. del 30 maggio 2010: Una corte d'appello di Berlino giovedì 27 maggio ha rivisto la sentenza di primo grado. Pregare a scuola potrebbe mettere a rischio la tranquillità della vita scolastica, hanno spiegato i giudici. E' probabile che la questione verrà ora trattata dal Tribunale amministrativo federale.