Tubinga, la città a impatto zero – 06/09/09

TUBINGA – «Venga, le faccio fare un giro sulla mia bicicletta! ». Boris Palmer, 37 anni, sorridente e ironico, in maniche di camicia e senza cravatta, è ormai famoso in Germania. È l'unico primo cittadino di una grande città del paese, Tubinga, a non avere un'automobile di rappresentanza ma una (gran bella) bicicletta di servizio.

Palmer si è lanciato in un'iniziativa che ormai sta facendo adepti in altre regioni: ridurre le emissioni nocive della città del 10% entro il 2010 e del 70% entro il 2020. A conti fatti, i gas inquinanti devono scendere da otto a tre tonnellate pro capite all'anno.Più che strategia ambientale, è politica economica. Il sindaco vuole dimostrare che l'ecologia può essere compatibile con le regole stringenti dell'economia, anche in tempi difficili.
«Ci siamo lanciati su questa strada da un po' più di un anno», spiega Palmer mentre slega la sua bicicletta davanti alla Rathaus, il celebre quattrocentesco palazzo municipale di Tubinga. «Vogliamo che i cittadini riflettano su ogni loro decisione per valutarne l'impatto ambientale e scegliere la soluzione migliore. Il mio compito, o meglio il nostro compito, è di mostrare l'esempio. Non era Socrate che diceva: "Chi vuol muovere il mondo prima muova se stesso"? ».
Le citazioni colte sono pane quotidiano a Tubinga, 80mila abitanti e 25mila studenti. Tra gli altri, nella vecchia università fondata nel 1477, hanno studiato Hegel e Hölderlin. Quest'ultimo poi, debole di mente, è un padre della patria, a conferma che le idee strampalate qui non fanno paura. Sulle rive della Neckar i servizi dominano il tessuto economico, ma Tubinga, a trenta chilometri da Stoccarda, è al centro di una regione tradizionalmente industriale, sede di Daimler, di Porsche, di Bosch e di centinaia di imprese metalmeccaniche.
In questo contesto, la scelta di Palmer di ridurre drasticamente le emissioni nocive entro dieci anni può apparire sorprendente. In realtà è lo specchio di una Germania che della lotta all'inquinamento ha fatto una ragion d'essere. Qualche giorno fa il comune di Pentling, in Baviera, ha annunciato che una casa abitata da Benedetto XVI quando questi era professore a Ratisbona diventerà una centrale di energia solare. Poco importa se nel 2006, in viaggio nella regione, il Papa si fermò appositamente per visitarla.
Eppure è lecito chiedersi se le regole dell'ecologia siano compatibili con le leggi dell'economia, soprattutto in una città con il 30% di studenti che non lavorano e quindi non pagano tasse. «Ne sono certo», risponde il sindaco di Tubinga, al potere dal 2006. «Dipende tutto dalla volontà politica ». Un esempio, secondo il giovane ambientalista, è rivelatore. Il comune ha chiesto 1,7 milioni di euro in crediti pubblici per risanare completamente una scuola della città.

La ristrutturazione ha consentito di ridurre le bollette energetiche del 60%, da 100mila a 40mila euro all'anno. «Con il risparmio ottenuto paghiamo il servizio del debito, circa 50mila euro all'anno», sottolinea Palmer. Il progetto prevede il risanamento di tutti gli edifici pubblici: 14 entro il 2010 su un totale di 160 con un investimento di 10 milioni di euro. La città sta utilizzando anche i fondi messi a disposizione dal governo federale per alleviare gli effetti travolgenti della recessione economica. Altri 75 edifici già sono oggetto di un'analisi approfondita sul loro impatto ambientale e sulle ristrutturazioni da effettuare.
Gli impegni del comune però non bastano per raggiungere gli obiettivi che Palmer si è prefissato. Il compito dell'amministrazione comunale è di convincere ogni cittadino a fare la sua parte. «È un'operazione gigantesca ammette l'assessore all'Ambiente, il 40enne Bernd Schott – , più facile quando il prezzo del petrolio oscillava intorno ai 150 dollari al barile…Ma si tratta di inculcare uno spirito ecologista in ciascuno di noi. E ce la faremo. Pensi, una scuola si è appena dotata di pannelli solari con l'aiuto dei genitori dei ragazzi! ».
A Tubinga i residenti partecipano in prima persona alle strategie di politica economica della città. Sul sito del comune i cittadini possono scoprire i trucchi del vero ambientalista: una miriade di consigli, da quelli più noti (docce e non bagni) a quelli meno conosciuti, come la sostituzione delle pompe idrauliche, se è vero che quelle nuove consumano almeno il 10% in meno. L'amministrazione comunale ha organizzato con le autoscuole corsi da 50 euro per imparare a guidare risparmiando.
L'anno prossimo la città tedesca dovrebbe pubblicare un rapporto preliminare. I primi risultati sono incoraggianti: tra il 2007e il 2009 la potenza di energia solare installata sui tetti è passata da 1.200 a 2.800 KW; il numero di coloro che utilizzano il car sharing è salito da 850 a 1.200; i clienti dell'azienda energetica comunale che esigono energia ecologica sono balzati da 700 a 3.500; le emissioni medie delle auto sono scese da 216 a 206 grammi di CO2 per chilometro grazie a un forte aumento dei veicoli a gas.
Il progetto di Palmer sta avendo successo. Il governo federale ha concesso un ambìto premio ambientale al comune, mentre altre città della regione- da Friburgo ad Heidelberg a Stoccarda stanno imitando a modo loro l'iniziativa. «Abbiamo ricevuto visite dalla Francia, dalla Turchia e dal Giappone», aggiunge Schott. Il sindaco è ormai un personaggio nazionale, autore di un libro con un'introduzione di Joschka Fischer, l'ex ministro del governo Schröder e bandiera dei Verdi in Germania.
Oltre a non avere un'auto,Palmer non ha neppure un frigorifero. «Bevo molto latte: d'inverno lo metto sul davanzale della finestra, d'estate vado in un caffè».

B.R.

  • Beda Romano |

    Gentile Marco Lambertini,
    non so se i Verdi tedeschi abbiano un segreto particolare. Direi più semplicemente che in Germania è radicato il sentimento di appartenere a una comunità. Se i tedeschi spazzano la neve dinanzi a casa, effettuano con matematica precisione la raccolta differenziata dei rifiuti ed evitano di sporcare per terra è perché sono meno individualisti di altri popoli europei. Non è un caso se la lotta a favore dell’ambiente sia nata in Germania o nei paesi scandinavi: la battaglia ecologica è una battaglia di società e può essere vinta solo se tutti vi partecipano. Detto ciò, conosco piccole e medie città italiane che su questo fronte sono all’altezza di quelle tedesche.
    Cordialmente
    B.R.

  • Marco Lambertini |

    Gentile Sig.Romano, qual’è il segreto di un partito come quello dei Grunen in Germania? Possibilmente evitando immediate quanto difficilmente comprensibili riferimenti ad “una diversa cultura, sensibilità ecologista in Germania”, mi chiedo chi in Italia potrebbe proporre e sostenere una politica simile senza essere distrutto dal meccanismo che lo porterebbe ad essere immediatamente etichettato come infantile idealista, fuori dal tempo e dal mondo. Eppure, lo dice anche lei, parliamo del sindaco di una città che vive e prospera al centro di un’area che di meccanica e motori ne ha fatto una bandiera, un vanto a livello mondiale, oltre che la leva economica che ne ha definito gli standard della propria crescita e la cifra della ricchezza individuale.
    grazie
    Marco

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