Il Deutsches Historisches Museum, sulla Unter den Linden di Berlino, ospita in queste settimane, fino al 31
L’esposizione (750 oggetti – dai manifesti dell’epoca alle prime macchine utensili – in uno spazio di 1.100 metri quadrati) è la conferma prima di tutto di quanto l’economia pesi nella vita pubblica tedesca. Non vi è altro Paese europeo in cui il mondo dell’impresa e del lavoro sia ancora oggi un punto di riferimento così visibile, non solo nel dibattito politico ma anche nella vita privata dei tedeschi. E’ sufficiente leggere i giornali: anche quelli generalisti dedicano grande spazio all’economia e alla finanza con articoli informati e precisi, facendo diretta concorrenza ai quotidiani specializzati. La ragione probabilmente è da ricercare nella rapidità con cui il Paese, prevalentemente agricolo, è diventato una potenza economica mondiale, superando alla fine dell’Ottocento la Gran Bretagna. Sorprende forse se la borghesia tedesca di oggi – ricca e istruita – sia particolarmente consapevole delle sue origini ottocentesche? È interessante notare inoltre come la chiave di lettura con la quale analizzare molti aspetti della Germania moderna affondi le sue radici proprio nella seconda metà del XIX secolo: dopo tutto, molti dei nodi oggi in discussione – dal rapporto sindacato-imprese al destino del welfare state, dal futuro del sistema bancario pubblico alla crisi della socialdemocrazia – risalgono proprio al Gründerzeit.