Il fenomeno che si nasconde dietro all’entusiasmo tedesco in queste settimane di campionato europeo di calcio è complesso. Per decenni, la Germania ha vissuto prevalentemente "in casa". Trent’anni fa molti ristoranti avevano l’abitudine di chiudere in inverno e il Biergarten era il luogo deputato al divertimento in società (con l’eccezione forse di alcune città studentesche). Oggi il Paese ha preso possesso delle strade e dei luoghi pubblici, in parte anche per la liberalizzazione parziale degli orari dei negozi e magari per un clima migliore. Per di più, i tedeschi si sentono molto più liberi di esprimere un certo orgoglio nazionale. Tifare per la Deutsche Mannschaft, sventolare la bandiera, colorarsi la faccia di rosso, nero e oro non sono più gesti che danno adito a sospetti di pericoloso nazionalismo. Il cambio generazionale ha fatto miracoli; l’ambiente è meno austero. È possibile che dietro all’entusiasmo di queste settimane ci sia anche, più semplicemente, la voglia di scatenarsi all’aperto dopo un lungo inverno continentale. Poco importa: complice anche il confronto europeo, i tedeschi hanno scoperto una certa joie de vivre, che va ben al di là del campionato di calcio. Hanno capito che possono divertirsi anche nel loro Paese, senza necessariamente andare in Italia, Francia o Spagna per distrarsi.