La posizione dell’Europa nei confronti del conflitto arabo-israeliano sta cambiando. Un numero crescente di paesi sta riconoscendo lo Stato palestinese, o per lo meno sta riflettendo seriamente alla questione. La Svezia è diventata quest’anno il primo paese dell’Unione europea a riconoscere pienamente il nuovo paese. Altri otto stati membri della UE riconoscono la Palestina, ma hanno compiuto la scelta prima di aderire all’Unione. Lo fecero nel 1988, sulla scia della dichiarazione d’indipendenza del Consiglio nazionale palestinese: la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, la Polonia, la Bulgaria, la Romania, Malta e Cipro. La settimana scorsa, l’Assemblea nazionale in Francia ha esortato il governo a fare altrettanto; la mozione è stata approvata con 339 voti a favore e 151 voti contrari (i due deputati del Fronte Nazionale si sono astenuti). Nel testo si legge che “la soluzione dei due stati, difesa con costanza dalla Francia e dall’Unione europea, presuppone il riconoscimento dello stato palestinese, accanto a quello di Israele”. La Francia non è sola. Lo stesso hanno fatto nelle ultime settimane i deputati inglesi, spagnoli e irlandesi. Il parlamento danese dovrebbe votare a breve. Secondo il quotidiano belga Le Soir, l’idea del riconoscimento dello stato palestinese è nel programma del governo Michel. Oggi voterà sulla questione il parlamento vallone.Ogni volta, i motivi sono simili. C’è il desiderio di considerare sullo stesso piano israeliani e palestinesi e quindi di rilanciare il processo di pace. La Libre Belgique ha messo a confronto le posizioni di chi è contrario e di chi è favorevole in Vallonia. I primi temono che la scelta possa creare nuove tensioni. I secondo sono convinti che solo con il riconoscimento si possa fermare “il processo di colonizzazione” da parte israeliana. Le mozioni parlamentari non hanno valore vincolante, ma sono certamente il riflesso di una crescente sensibilità nei confronti della situazione dei palestinesi nel conflitto arabo-israeliano. Da tenere presente è che lo stato palestinese è già dal 2012 membro osservatore alle Nazioni Unite. In novembre, il Parlamento europeo ha tenuto un acceso dibattito sulla questione. Parlando dinanzi all’assemblea di Strasburgo, il nuovo Alto Rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza, Federica Mogherini, ha spiegato che la discussione sul riconoscimento dello stato palestinese è “cruciale”. Un voto è previsto sempre a Strasburgo il 17 dicembre. Israele ha definito “triste” la decisione svedese e avvertito che un riconoscimento dello stato palestinese da parte francese sarebbe “un grave errore”. Proprio in questi giorni il governo Netanyahu ha proposto di considerare nella legge israeliana Israele come “lo stato-nazione del popolo ebraico”. Nel contempo, la legge ebraica diventerebbe fonte d’ispirazione della legislazione nazionale e la lingua araba non sarebbe più una delle lingue ufficiali del paese.
(Nella foto, Stefan Lofven, 57 anni, il primo ministro socialdemocratico svedese il cui governo – oggi dimissionario – ha deciso di riconoscere lo stato palestinese)