Si è tenuta nei giorni scorsi a Berlino una tavola rotonda dell’Associazione bancaria tedesca (BDB) dal titolo molto attuale «Il secolo asiatico». Interessante è stato il sondaggio pubblicato in questa occasione. Alla domanda «quale è il maggior concorrente economico della Germania», il 62% dei cittadini tedeschi interpellati dalla società demoscopica ha risposto la Cina. Solo il 24% ha risposto gli Stati Uniti. Il 23% è preoccupato dal Giappone, il 15% dai Paesi del sud-est asiatico, il 13% dall’India, il 9% dalla Russia, il 7% dalla Francia, l’1% dall’Italia.
Peraltro il 44% degli interpellati crede che il boom economico dei Paesi emergenti comporti per la Germania soprattutto svantaggi, più che vantaggi. Lo studio rivela una svolta nelle percezioni. Conferma come ormai Cina, India e Russia, ricche di riserve valutarie, preoccupino molti tedeschi che temono l’arrivo di investitori ambiziosi e senza scrupoli, capaci di mettere in dubbio le regole della corporate governance alla tedesca. Forse anche a causa della grande debolezza del dollaro gli Stati Uniti non fanno paura: è anche questo un segnale dei cambiamenti negli equilibri mondiali?