In queste settimane prima delle elezioni federali del 27 settembre, Gerhard Schröder (nella foto) sta facendo campagna elettorale a favore del partito socialdemocratico. A 69 anni l'ex cancelliere ha abbandonato provvisoriamente gli affari per tenere comizi (sabato era a Luebbecke nel Nord-Reno Vestfalia), partecipare a riunioni politiche e tentare del suo meglio per risollevare le sorti dell'SPD, drammaticamente in crisi nei sondaggi. Il suo impegno non è solo politico; è anche personale. Candidato cancelliere per i socialdemocratici è Frank-Walter Steinmeier, suo braccio destro prima a Hannover e poi a Berlino dal 1993 al 2005. Steinmeier non ha il carisma e il senso politico di Schröder. L'ex cancelliere è un Wahlkämpfer, un combattente elettorale. Dà il meglio di sé nelle occasioni più difficili e segretamente molti socialdemocratici a Berlino sperano che anche questa volta possa riuscire a capovolgere le sorti del partito.
Nel 2002 riuscì a battere lo sfidante bavarese Edmund Stoiber, capendo prima di tutti la gravità delle innondazioni a Dresda dell'agosto di quell'anno: le foto di Schröder, gli stivali ai piedi in mezzo all'acqua dell'Elba, fecero il giro del paese e misero in ginocchio Stoiber, rimasto incautamente a Monaco. Nel 2005 compì una straordinaria rimonta nelle ultime settimane prima del voto, Prese di mira Paul Kirchhof, consulente fiscale dei democristiani di Angela Merkel che proponeva l'abolizione di tutte le detrazioni e deduzioni del sistema tributario tedesco. In pochi giorni Schröder lo demolì: mise l'accento sulle politiche liberali della CDU tanto che tedeschi iniziarono a preoccuparsi, penalizzando la signora Merkel prima nei sondaggi e poi al momento del voto. I socialdemocratici non vinsero le elezioni di quattro anni fa, ma costrinsero i democristiani a una grande coalizione. E nel 2009? Questo fine settimana ha detto che è necessario ritirare le truppe tedesche dall'Afghanistan entro il 2015. La proposta ha creato non poco subbuglio in seno all'SPD, tendenzialmente contrario a fissare una data, ma l'ex cancelliere ha toccato un nervo sensibile, soprattutto dopo che la Bundeswehr è rimasta coinvolta nella presunta uccisione di decine di civili a Kunduz. Non è chiaro se e come la questione possa diventare un tema elettorale. L'episodio tuttavia è la conferma di come da qui al 27 settembre la variabile Schröder debba essere tenuta a mente.