La candidatura del ministro delle Finanze tedesco alla guida dell'Eurogruppo guadagna terreno. Nelle ultime tre settimane (si veda questo blog alla data del 7 marzo), le possibilità di un avvicendamento tra Jean-Claude Juncker e Wolfgang Schäuble sono aumentate. La partita non può ancora dirsi chiusa. Da un lato alcuni paesi sono contrari; dall'altro la promozione di Schäuble, 69 anni, è legata ad altre nomine europee, a iniziare da quella relativa alla presidenza del fondo di stabilità ESM e al comitato esecutivo della Banca centrale europea. Eppure a Bruxelles, il nome di Schäuble si sta lentamente rafforzando. Chi vede nella possibile nomina del ministro delle Finanze tedesco all'Eurogruppo l'ennesimo tentativo della Germania di controllare in modo egemonico le politiche economiche nazionali rischia di sbagliare bersaglio. Certo, alla Germania farebbe comodo avere un proprio rappresentante alla guida del consesso che riunisce i ministri delle Finanze della zona euro. Ma mi sembra che i vantaggi non siano solo tedeschi. Prima di tutto una presidenza Schäuble sarebbe un modo per il cancelliere Angela Merkel di rassicurare la propria opinione pubblica, e soprattutto quei deputati che in questi mesi hanno rumoreggiato contro i salvataggi sovrani. In occasione del recente voto in parlamento sul pacchetto di aiuti alla Grecia, la signora Merkel ha subito gravi defezioni tra le fila della sua maggioranza. Nuove votazioni delicate giungeranno con l'approvazione del fiscal compact. Per non parlare delle prossime elezioni anticipate nel più grande Land tedesco, il Nord-Reno Vestfalia, che potrebbe segnare una imbarazzantissima sconfitta dei liberali, il partner di minoranza del democristiani nel governo federale. A nessuno conviene una Germania incerta.
La presenza di Schäuble all'Eurogruppo non diventerebbe forse uno strumento per calmare le tensioni a Berlino? E magari anche per permettere alla signora Merkel di strappare ai suoi, se non oggi almeno domani, un potenziamento dell'ESM o un nuovo pacchetto di aiuti al Portogallo? Affidare la guida dell'Eurogruppo al ministro tedesco potrebbe convenire ai partner europei della Germania anche per altre ragioni. "Affidare a Schäuble la presidenza equivale a chiedergli di diventare un honest broker", spiega un diplomatico europeo. Diventato presidente dell'Eurogruppo, il rappresentante di Berlino non potrebbe più difendere ad oltranza le posizioni tedesche, spesso rigide e intransigenti, ma sarebbe costretto a trovare accordi, intese, mediazioni, nello stesso modo in cui Juncker in questi anni ha fatto da trait d'union tra la Germania e la Francia. Peraltro nessun europeo prenderebbe più sul serio di un tedesco il ruolo di mediatore. Da più parti in Europa ci si sta arrendendo all'idea che una presidenza Schäuble potrebbe nascondere più vantaggi che inconvenienti. Quale modo migliore per tentare di disinnescare le minacce tedesche? L'uomo può essere spigoloso e anche scontroso, ma è onesto e soprattutto quadrato. E la Francia? Tentenna, per ora. La partita quindi non è chiusa: l'ipotesi che a Juncker venga rinnovato il mandato non può essere esclusa, soprattutto da coloro che si interrogano sulle condizioni fisiche di Schäuble (rimasto infermo da un attentato nel 1990) e sul suo futuro politico, visto che si vota in Germania per le legislative nell'autunno del 2013.
(Nella foto, Wolfgang Schaeuble mentre risponde alle domande durante un recente incontro con dei giornalisti)
NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook