In questi giorni alla National Portrait Gallery di Londra è in bella mostra un dipinto di Anthony Van Dyck, il pittore fiammingo nato ad Anversa nel 1599, morto a Londra nel 1641, mentre lavorava alla Corte di Carlo I. E' un autoritratto, dipinto probabilmente tra il 1640 e il 1641 (la foto qui accanto è stata scattata con il cellulare). Accanto al quadro è stato appeso un manifesto intitolato: "Save Van Dyck", sulla falsariga probabilmente di un recente film di successo, "Saving Private Ryan" di Steven Spielberg con Tom Hanks. Il grande museo londinese ha lanciato una raccolta di fondi per acquistare il dipinto ed evitare che venga trasferito all'estero. La storia vale la pena di essere raccontata: è il riflesso della straordinaria abitudine inglese alla donazione e forse anche a una difesa liberale, e non autoritaria, del proprio patrimonio artistico. Per anni, il dipinto è stato in mani private, proprietà di un ricco collezionista d'arte inglese. Nel 2009 è stato venduto in asta per 8,9 milioni di sterline. La National Portrait Gallery era stata avvertita dell'iniziativa, ma non potè parteciparvi per mancanza di fondi. Lo stesso avvenne l'anno successivo quando il dipinto fu proposto al museo per 9,5 milioni di sterline. Successivamente, il quadro è stato acquistato da un collezionista straniero, americano per la precisione. In queste circostanze, le autorità inglese hanno il potere di sospendere l'esportazione dell'opera d'arte per un periodo di tre mesi, entro il quale un museo britannico può recuperare il dipinto offrendo la stessa somma sborsata dall'acquirente; in questo caso 12,5 milioni di sterline (circa 15 milioni di euro). Altrimenti, il Reviewing Committee on the Export of Works of Art concederà una licenza all'esportazione.
Ecco quindi che il National Portrait Gallery sta raccogliendo denaro pubblico e privato per fare sì che il dipinto rimanga in Gran Bretagna, "visibile a tutti". Si legge su un sito dedicato all'iniziativa: "Alcune opere d'arte molto speciali hanno un grande significato e una grande importanza per il nostro patrimonio nazionale. Queste opere meritano di essere disponibili al pubblico in modo che contribuiscano alla comprensione del nostro passato, e possano essere goduti dalle generazioni attuali e future. Crediamo che l'acquisto di questo importante ritratto potrà contribuire alla felicità, all'apprendimento e alla cultura di molte persone". Nella sua richiesta di aiuto finanziario, la National Portrait Gallery assicura il potenziale donatore che la somma di 12,5 milioni di sterline è in linea con altre compravendite di opere simili (di Rembrandt o di Rubens). A metà febbraio, avendo la National Portrait Gallery raccolto già 3,2 milioni di sterline, il Reviewing Committee on the Export of Works of Art ha deciso di allungare il periodo di divieto all'export di altri cinque mesi, fino al 13 luglio 2014. L'iniziativa della National Portrait Gallery non è una novità, anche se la somma che intende raccogliere è particolarmente elevata. Dal 1903, l'Art Fund, una organizzazione di beneficenza, ha il compito di raccogliere donazioni per consentire alle pinacoteche e ai musei del Regno Unito di acquistare opere d'arte e arricchire la loro collezione. Nella sua prima riunione aveva 308 membri e una dote di 700 sterline. Oggi ha 92mila membri e un giro d'affari di 14,5 milioni di sterline. Dal giorno della sua fondazione è stata coinvolta nell'acquisto di oltre 860mila opere d'arte. In molti paesi, il patrimonio culturale è difeso per vie autoritarie, e il governo ha il diritto-dovere di evitare l'esportazione di opere d'arte. In Gran Bretagna, anche in questo campo, sembra valere il libero mercato. Forse il nazionalismo culturale è una prerogativa dei paesi che hanno più passato che presente. Un ultimo dettaglio: nella sua richiesta di aiuto finanziario, la National Portrait Gallery assicura che, se l'iniziativa del museo di acquistare l'autoritratto di Van Dyck non andasse in porto, il donatore potrà riprendere possesso, se lo vorrà, della sua donazione.
(Nella foto, l'autoritratto di Anthony Van Dyck [1599-1641] appeso nella National Portrait Gallery di Londra. Il pittore morì pochi mesi dopo aver completato il quadro all'età di 42 anni proprio mentre in Inghilterra iniziava una guerra civile che avrebbe portato alla decapitazione di Carlo I)
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