Qualche anno fa, una città tedesca, Seelow, nel Land del Brandeburgo, non lontano dalla frontiera con la Polonia, aveva inventato uno strumento radicale per imporre a un malcapitato debitore dell'amministrazione pubblica di pagare le imposte. Gli ispettori del fisco, dopo avere individuato l'automobile del cittadino inadempiente, sgonfiavano i pneumatici della macchina con un apparecchio speciale. Le ruote venivano poi rigonfiate dopo il pagamento delle tasse. A Berlino, l'amministrazione cittadina ha l'abitudine di mettere le ganasce alla vettura del contribuente in difetto. A Francoforte sull'Oder, la città arriva addirittura al punto di mettere l'auto all'asta pur di recuperare il denaro. Evidentemente, è tale la passione del tedesco medio per la sua auto, che la macchina è considerato lo strumento migliore per indurre il contribuente a pagare le tasse. In molte città il Finanzamt, l'ufficio delle imposte, si limita a congelare d'autorità il debito fiscale sul conto corrente della persona in difetto (a dire il vero, lo stesso avviene in Francia). La Commissione europea presenterà la settimana prossima nuovi provvedimenti nel tentativo di arginare l'evasione fiscale. L'obiettivo sarà di impedire scappatoie legali che permettono a una società internazionale di non pagare in alcun paese – né a casa propria né nel paese ospitante – le tasse sui dividendi di una filiale (qui una spiegazione più precisa del progetto europeo). L'esecutivo comunitario calcola che ogni anno l'evasione fiscale così come la frode fiscale comportano nei 28 paesi dell'Unione un mancato gettito di circa 1.000 miliardi di euro. Nella lettura dei giornali di questi giorni ho avuto conferma che alcuni paesi europei hanno scelto strade curiose per incitare i cittadini a pagare le tasse.
In Grecia, è ormai noto che se il negoziante non emette uno scontrino l'acquirente può non pagare il bene che vuole acquistare. Sopra, un cartello fotografato questa estate in un negozio di Nauplia, la cittadina del Golfo Argolico che fu la prima capitale greca dopo la rivoluzione contro il potere ottomano tra il 1829 e il 1834. In Portogallo, il giornale Expresso spiegava nei giorni scorsi che dal 1° gennaio 2014, l'amministrazione fiscale organizzerà speciali lotterie. Il biglietto sarà la fattura dell'acquisto di un bene, su cui il venditore avrà iscritto il codice fiscale dell'acquirente. In palio ogni settimana ci saranno tre automobili. Il primo premio consisterà in una vettura di lusso, gli altri due premi in una utilitaria. In Slovacchia, una lotteria simile è scattata in settembre. Il primo premio in questo caso è un assegno, spesso di 10mila euro. La lotteria slovacca avviene due volte al mese. La lotteria portoghese non è quindi una prima. E neppure quella slovacca lo è. Altri paesi hanno seguito questa strada, come Malta e la Georgia. In quest'ultimo paese la scelta è stata abbandonata dopo sette mesi per un mancato impatto sul gettito fiscale. D'altro canto, da un lato la crisi economica provoca un aumento dei giochi d'azzardo (nel 2012 si calcola che la quasi totalità degli spagnoli acquistò un biglietto della lotteria nazionale El Gordo che proponeva premi per un totale di 2,5 miliardi di euro). Dall'altro, la stessa crisi economica induce i contribuenti a diventare sempre più aggressivi e raffinati nel tentare di evadere le tasse.
(Nella foto, un cartello in un negozio greco a Nauplia)
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