Dopo settimane di incertezze e ore di negoziati, i 27 paesi dell'Unione hanno finalmente trovato nella notte tra venerdì e sabato un'intesa sul mandato da affidare alla Commissione europea perché possa negoziare un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. L'idea di un nuovo trattato commerciale con il partner americano è cruciale.
A Bruxelles nessuno ha dimenticato, per esempio, che nel settore dei videoregistratori l'olandese Philips è stata superata rapidamente dalle società giapponesi che poterono approfittare di economie di
scala molto più importanti, tanto da riuscire a dominare il mercato di questo prodotto nel
giro di pochissimo. Secondo il mio interlocutore, "se i due blocchi trovano un accordo su norme industriali comuni, creando nuovi standard magari su basi europee, ciò darà un importante vantaggio competitivo all'industria del nostro continente". La Commissione si è data come obiettivo di portare il peso del settore industriale nel prodotto interno lordo europeo al 20% del totale entro il 2020, rispetto alla quota del 15-16% che prevale ora. Per certi versi, il futuro accordo commerciale con gli Stati Uniti è forse una delle ultime occasioni per l'Europa di imporre il proprio standard tecnico-industriale prima agli Stati Uniti, e poi di conseguenza al resto del mondo. In futuro dovrà fare i conti con la concorrenza sempre più agguerrita della Cina, del Brasile o dell'India, e in generale dei paesi emergenti. Oggi, Unione Europea e Stati Uniti pesano per metà del PIL mondiale e per un terzo del commerciale mondiale. Tra qualche anno, il loro peso sarà ben diverso. In questo senso, le prossime trattative commerciali potrebbero avere, al netto delle debite differenze e delle debite proporzioni, conseguenze non dissimili a quelle che ebbe il regolatore di James Watt negli anni 1760. Migliorando l'efficienza della macchina a vapore, Watt impose un nuovo standard internazionale e dette alla Gran Bretagna (prima che l'invenzione venisse copiata spudoratamente) un vantaggio competitivo rispetto ai suoi vicini.
(Nella foto, a sinistra il ministro irlandese per il Commercio, l'impresa e l'Innovazione Richard Bruton, a destra il commissario europeo al Commercio, il belga Karel De Gucht. Ambedue sono stati protagonisti delle trattative a 27)
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