Coinvolgere i parlamenti nazionali nel processo decisionale europeo è un bene o un male? A molti potrebbe sembrare un bene. Oggi ho avuto l'impressione che potrebbe essere un male. A Bruxelles, si è tenuta una riunione di deputati, allargata: erano presenti oltre i deputati europei anche le delegazioni parlamentari di 26 paesi membri. Assente la Slovacchia. L'obiettivo è stato di discutere i primi passaggi del Semestre Europeo, il periodo da gennaio a giugno durante il quale gli stati membri, la Commissione e il Consiglio, insieme al Parlamento europeo, devono coordinare le politiche economiche nazionali e approvare le diverse raccomandazioni-paese.
Molti deputati nazionali sono intervenuti nella discussione. Il laburista olandese Michiel Servaes ha messo l'accento "sulla necessità di garantire un ruolo ai Parlamenti nazionali nel controllo democratico del coordinamento tra le politiche economiche nazionali". Ha ricordato quanto l'Olanda "coltivi la sussidiarietà". Il gollista francese Philippe Mariani ha detto che "c'è ancora molto da fare perché l'articolo 13 del fiscal compact sia messo realmente in pratica". Ha aggiunto che la norma "deve diventare il grimaldello per rafforzare la cooperazione tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali e che il ruolo di questi ultimi è di garantire un monitoraggio delle politiche europee". L'ecologista francese Danielle Auroi si è augurata che "la partecipazione dei Parlamenti nazionali al processo decisionale si rafforzi, e si estenda dalle questioni economiche ai temi ambientali e anche sociali". Infine, il laburista inglese Lyndon Harrison, membro peraltro della Camera dei Lords, ha sottolineato la legittimità politica delle assemblee nazionali. Per molti versi, i deputati nazionali hanno colto l'occasione del dibattito di oggi per difendere la loro influenza e il loro ruolo, anche a livello europeo. Qualche giorno fa davanti a un gruppo di giornalisti il presidente della Commissione Bilancio del Parlamento europeo, il federalista francese Alain Lamassoure, aveva difeso a sorpresa la scelta di coinvolgere i parlamentari nazionali: "Abbiamo suggerito noi ai governi di introdurre l'articolo 13" del fiscal compact. Tra le altre cose, il tentativo è di incitare i deputati nazionali a guardare alle raccomandazioni-paese in un'ottica europea. Il rischio, tuttavia, non è forse di rafforzare il ruolo delle assemblee nazionali proprio mentre si tenta di promuovere la dimensione federale dell'Unione? Presente allo stesso incontro con Lamassoure, la socialista francese Pervenche Berès ha ammesso che "il diavolo è nei dettagli".
(Nella foto, Othmar Karas, 55 anni, un vice presidente popolare austriaco del Parlamento europeo, che ha presieduto la seduta di oggi)
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