Il destino gioca spesso scherzi imprevisti. Per molti versi, la nuova crisi politica italiana non poteva giungere nel momento peggiore. Chissà se invece non sarà per l'unione monetaria un blessing in disguise, un miracoloso colpo di fortuna? La speranza di molti a Bruxelles e in altre capitali è che la fine della legislatura e l'arrivo delle prossime elezioni si sarebbero svolti senza troppi contraccolpi e incertezze. Fuori di scena Silvio Berlusconi all'età di 76 anni, il confronto doveva avvenire tra un candidato di centro-sinistra e un candidato di centro-destra che dopo aver collaborato per oltre un anno a sostenere il governo Monti avrebbero affrontato la prova delle urne con stile e dignità. Con ogni probabilità non sarà così. Berlusconi ha lasciato intendere che vuole candidarsi alla guida del centro-destra. Pochi esponenti dell'establishment europeo sono felici di questa soluzione. Martin Schulz, l'attuale presidente del Parlamento Europeo, ha rilasciato domenica una intervista all'agenzia di stampa ANSA criticando il ritorno nella politica attiva dell'uomo politico italiano. Berlusconi – ha detto l'uomo politico tedesco – è "il contrario della stabilità" mentre "l'Italia e l'Europa hanno bisogno di stabilità e di un'Italia forte, non di un Berlusconi".
In questo caso, lo scontro è soprattutto personale: durante un dibattito parlamentare l'ex premier italiano aveva accusato Schulz nel 2003 di essere "un kapò". Ma in molti altri casi, a Berlino, Parigi o Madrid, preoccupano le tentazioni populistiche, le critiche alla Germania e all'Europa, e il rischio che vengano rinnegate le misure di politica economica finora adottate. Non per altro il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha spiegato nel fine settimana: "Non vi è alternativa alla
correzione della finanza pubblica e all'adozione di riforme che
migliorino la competitività del paese. Gli italiani non devono cadere
nell'illusione che vi siano soluzioni rapide o magiche". E ancora: "Le prossime elezioni non devono diventare un pretesto per
mettere in dubbio l'indispensabilità" delle misure adottate negli ultimi mesi dal governo Monti. Eppure, la crisi italiana potrebbe avere un impatto tanto imprevisto quanto positivo. Negli ultimi mesi, la tranquillità dei mercati ha indotto i governi a rallentare il passo sia in politica economica che nel riformare l'unione monetaria. Nei paesi debitori, le ultime misure per riformare l'economia sono state annacquate, anche per via del tentativo giustificato della Commissione di dare un po' di margine di manovra nel risanamento delle finanze pubbliche. Nei paesi creditori, l'impulso a riformare la zona euro e a rafforzarne l'integrazione si è affievolito. La riforma della vigilanza bancaria, con il trasferimento della sorveglianza creditizia dagli stati membri alla Banca centrale europea, è diventata una partita negoziale complessa, segnata dalla paura di cedere sovranità ma anche dall'impressione che forse dopotutto una unione bancaria non è più necessaria vista la relativa tranquillità dei mercati finanziari negli ultimi mesi. Complice la crisi politica italiana, i mercati potrebbero tornare a innervosirsi. Rimettendo in careggiata le riforme nazionali e l'integrazione europea? È ben possibile.
(Nella foto, Silvio Berlusconi nei giorni scorsi mentre visita il centro di allenamento della squadra di calcio di sua proprietà, il Milan AC)
NB: Dal fronte di Bruxelles (ex GermaniE) è anche su Facebook