Oggi 21 luglio è festa nazionale in Belgio. Si celebra l'incoronazione del primo Re del Belgio, Leopoldo I, un esponente della famiglia dei Sassonia-Coburgo-Gotha. In Europa le feste nazionali sono momenti molto particolari, riflettono bene le differenze tra i paesi. In Francia è l'occasione per celebrare la Nation. La parata sugli Champs Elysées non mette in mostra solo la potenza delle forze armate, dotate anche della force de frappe nucleare, ma anche le grandi scuole del paese che ne formano la classe dirigente. Una settimana fa insieme ai carristi e ai paracadutisti, alla legione straniera e ai caschi blu, hanno marciato anche gli studenti dell'Ecole Polytechnique, che a 218 anni dalla sua fondazione rimane una scuola militare, così come volle Napoleone nel 1804. In Italia, la sfilata sulla Via dei Fori Imperiali a Roma il 2 giugno è sempre un momento di polemiche, anche faziose: troppo militarista per una frangia importante del paese. Quest'anno alcuni commentatori avrebbero voluto che fosse addirittura cancellata a causa del recente terremoto in Emilia-Romagna. Poi ha avuto la meglio il realismo sulla retorica. In Gran Bretagna il recente giubileo della Regina è stato l'occasione per celebrare con fasto la famiglia reale e l'impero perduto, senza remore o imbarazzi. In Germania, le celebrazioni per l'unificazione tedesca, il 3 ottobre, non prevedono sfilate militari in un paese nel quale dopo il periodo nazista i militari sono semplicemente Staatsbürger in Uniform, cittadini dello stato in uniforme. Solo discorsi, e magari qualche cerimonia al Muro di Berlino. In Belgio, le celebrazioni occupano invece l'intero arco della giornata, e sono l'occasione per un paese di sentirsi finalmente unito mentre per il resto dell'anno litiga tra valloni e fiamminghi, tra francofoni e neerlandofoni, tra cattolici e laici.
Prima di una sfilata militare, che si è svolta nel pomeriggio, l'esercito ha occupato l'intera zona del centro di Bruxelles che va dalla Rue de la Régence alla Place Royale, dal Sablon alla Place Poelaert. Carri, elicotteri, piccoli aerei, veicoli militari di ogni genere: i ragazzi e i bambini possono entrare, guardare, toccare. Chi vuole può farsi dipingere il viso dalle truppe d'assalto in mimetica. Altri possono salire su una grande ruota che darà al coraggioso di turno un'idea di cosa significhi volare su un jet militare. La protezione civile illustra i suoi compiti, così come i vigili del fuoco. Accanto alle forze armate, ci sono stand di ogni genere, oltre alle immancabili friteries. In un angolo della Place Royale, sotto alla statua equestre di Goffredo di Buglione, era stato organizzato stamani un gioco a quiz sull'Europa; nel Parc Royal (davanti al palazzo reale) c'erano giostre, spettacoli teatrali, esercizi acrobatici e concerti all'aperto. Il tempo era piacevole (non pioveva), e la festa nazionale si è confermata una grande kermesse popolare, un po' come Independence Day negli Stati Uniti. A primo acchito la presenza militare può stonare, quasi che la giornata debba servire a recrutare nuovi soldati. In realtà, i militari si mescolano ad altre attività più ludiche, e il loro compito è di infondere nei visitatori un sentimento di appartenenza nazionale che in genere durante l'anno manca. Un'ultima annotazione: nel 2011 la crisi debitoria aveva imposto al Consiglio europeo di organizzare in tutta fretta un vertice il 21 luglio. Per le autorità belghe coordinare i due appuntamenti non è stato facile. Tra le altre cose, mancavano i poliziotti a disposizione.
(Nelle foto, tutte effettuate con il telefono cellulare, dall'alto in basso: la rue de la Régence, lezione di rianimazione, prove aeronautiche, uno stand per la vendita di magliette e bandiere con i colori del Belgio)
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