La decisione di Moody's di rivedere le prospettive sul rating sovrano della Germania ha provocato qui a Bruxelles un acceso dibattito. Quanto potrebbe pesare la scelta della società americana sulle posizioni tedesche nella crisi debitoria della zona euro? Creerà un nuovo irrigidimento dell'establishment politico, o piuttosto indurrà il governo federale a un atteggiamento più accomodante? L'analisi di Moody's è particolarmente interessante.
Già oggi la sensibilità della popolazione su questo fronte ha dato fiato ad alcune voci euroscettiche e indotto alcuni partiti, anche della maggioranza di governo, a seguire la stessa strada. Le prese di posizione di alcuni esponenti cristiano-sociali e liberali a favore, per esempio, dell'uscita della Grecia dall'unione monetaria sono il risultato della presenza sullo scacchiere politico di piccoli partiti populistici che cavalcano le preoccupazioni localistiche della popolazione tedesca, e che pungolano nel fianco i partiti tradizionali. Penso in particolare ai Freie Waehler, i liberi elettori forti soprattutto in Baviera ma che stanno mettendo radici anche in Turingia e in Sassonia. Nel contempo, tuttavia, l'analisi di Moody's potrebbe anche avere un effetto diverso. La società di rating ha indirettamente criticato il modo in cui l'Europa sta affrontando la crisi. Se i salvataggi sovrani stanno mettendo a rischio le prospettive finanziarie della Germania è perché sono stati concepiti nell'ottica della cooperazione nazionale. Ciascun paese fa la sua parte ed è inevitabile che quello più ricco abbia più da perderci. Senza criticare questa strategia Moody's ne ha sottolineato indirettamente i difetti e le debolezze. In ultima analisi, la stessa società di rating ha sostenuto sempre indirettamente una soluzione nella quale la responsabilità dei salvataggi sovrani è dei paesi della zona euro in solido. A modo suo l'analisi di Moody's sostiene l'idea di una mutualizzazione dei debiti, almeno parziale. Non è un caso se il capogruppo dei liberali al parlamento europeo Guy Verhofstadt ne ha approfittato per ricordare l'idea di un fondo di riscatto dei debiti che riunirebbe sotto a uno stesso tetto i debiti pubblici oltre il 60% del prodotto interno lordo. Il fondo emetterebbe obbligazioni per i singoli paesi a tassi d'interesse bassi. In cambio i paesi si impegnerebbero a riscattare il debito eccessivo entro tempi predeterminati. La Germania non è contraria, ma vuole come garanzia una cessione di sovranità dalla periferia al centro. Forse l'avvertimento di Moody's la indurrà ad accelerare in questa direzione, anche perché ormai sia lo status quo sia un ritorno indietro appaiono molto difficili.
(Nelle foto, il cancelliere Angela Merkel mercoledì 25 luglio in occasione del Festival di Bayreuth)
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