Sia Letizia Moratti che Giuliano Pisapia, ambedue candidati alla guida di Milano nel ballottaggio di domenica, sono freddi all’idea di costruire una moschea nella capitale finanziaria del paese. Il sindaco uscente di centro-destra ha spiegato questa settimana: "A Milano il diritto di culto è garantito. Il problema della moschea però riguarda la sicurezza, l'ordine pubblico (…) Il mondo islamico è instabile, c’è il pericolo del terrorismo e ci sarebbe il rischio che a Milano vengano gli islamici da tutta Italia".
Costruire una moschea in un momento di difficile integrazione tra culture e religioni diverse non è un atto che dovrebbe essere relegato ai privati. Piuttosto, è un’occasione pubblica con la quale il governo di un paese, l’amministrazione di un comune può migliorare la convivenza tra le diverse comunità, offrire il proprio appoggio a una minoranza religiosa e sociale, soprattutto assicurarsi in ultima analisi la sua riconoscenza e il suo senso di responsabilità. La moschea di Duisburg è costata sette milioni di euro, di cui quattro provenienti da fondi privati e tre dalle autorità pubbliche, tedesche e comunitarie. A Parigi, la costruzione delle grande moschea, nel centralissimo quinto arrondissement della capitale francese, è stata finanziata dal governo francese attraverso un’apposita legge del 19 agosto 1920. Voluta per ricordare la morte di 70mila soldati musulmani “morti per la Francia” durante la Grande Guerra, fu inaugurata nel 1926 dal presidente della Repubblica Gaston Doumergue, un protestante radicale. Oggi la moschea di Parigi, catalogata nel frattempo tra i monumenti storici del paese, ospita una biblioteca, una sala per conferenze, un ristorante, un salone da tè e anche alcuni negozi. Si potrebbe notare che la strategia tedesca o francese in questi anni non ha evitato ai due paesi il fenomeno dell’estremismo islamico, e che la Gran Bretagna multiculturale è stata la patria di violenti terroristi. Eppure, mi sembra che ostacolare in un modo o nell’altro la costruzione di una moschea a Milano significherebbe perdere un’occasione per migliorare l’integrazione dei musulmani e dare della capitale finanziaria del paese un’immagine più moderna
NB: GermaniE è anche su Facebook
(Nell'immagine, la moschea di Duisburg, la più grande di Germania)