Nessun censimento avrà mai l’importanza di quello effettuato in India nel 2010, che servirà a dare a ciascun indiano una carta d’identità e un numero di matricola in un paese che conta secondo le stime ufficiali 1.210.193.422 abitanti. Eppure anche quello che è appena stato inaugurato in Germania questa settimana e i cui primi risultati dovrebbero essere pubblicati nell'autunno 2012 non è banale. Anzi è l'enesimo segnale di un paese virtuoso. Prima di tutto è il primo dall’unificazione del 1990. I censimenti precedenti risalgono al 1981 per la ex RDT e al 1987 per la ex RFT. L’operazione avverrà con un conteggio presso le anagrafi comunali, e con un riscontro attraverso gli archivi dei catasti e delle casse malattie. A completare il censimento saranno 80mila censori che intervisteranno circa 8 milioni di persone con lunghe visite a domicilio. Oltre 17 milioni di proprietari di casa hanno ricevuto inoltre un questionario a cui rispondere. In molti paesi il censimento serve a scattare una fotografia del presente, magari per capire come si è sviluppata la società nel periodo trascorso dall'ultimo studio demografico. Di questi tempi interessa sapere quanti sono gli stranieri e come si divide la popolazione in classi di età. In Germania, invece, serve soprattutto a preparare il futuro.
Da tempo ormai i luoghi pubblici, soprattutto le stazioni ferroviarie e le fermate della metropolitana, sono tappezzati di manifesti dedicati al Zensus 2011. Il tentativo è di sensibilizzare la gente a un’operazione costosa (710 milioni di euro) e controversa (alcuni hanno protestato perché i questionari sarebbero troppo poco rispettosi della privacy). Detto ciò, lo stesso slogan scelto dalle autorità tedesche è significativo: Sapere cosa conterà domani (Wissen, was morgen zählt). L’obiettivo non è tanto di sapere quanti sono esattamente i tedeschi ma di capire in base ai dati demografici come preparare i prossimi decenni. Di quanti posti per studente abbiamo bisogno? Come gestiremo il traffico in futuro? Come dobbiamo adattare le abitazioni, tenuto conto dell'invecchiamento della popolazione e delle considerazioni ambientali? Dai manifesti emerge bene lo spirito con il quale i tedeschi hanno deciso di contarsi. In un paese che non ama l'incertezza, come dimostra in fin dei conti la stessa cultura della stabilità, e che offre polizze assicurative per tutte le occasioni della vita – dall'incidente di macchina alla partita di caccia -, il futuro non è necessariamente lasciato al destino, in grembo a Giove; piuttosto è uno spazio temporale che può essere modellato rispetto a un presente che è inevitabilmente sfuggente e inafferrabile. In questa ottica, i dati ricavati dal censimento sono una miniera d'informazione, che molte associazioni imprenditoriali hanno già detto di voler utilizzare per migliorare la loro offerta rispetto alla prossima domanda. Il dato ufficiale sul numero degli abitanti in Germania – 81,7 milioni secondo le stime, ma possibilmente meno secondo i demografi – è quindi solo un aspetto che emergerà dalle prossime statistiche tedesche.
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(Nell'immagine uno dei manifesti dello Statistisches Bundesamt in occasione del censimento)