Italia-Germania unite dal biotech – 26/02/11

DORTMUND – Salare senza sale, zuccherare senza zucchero, magari mangiare senza ingrassare. È il sogno di molti, e anche l'obiettivo di una piccola joint venture italo-tedesca, la Imax Discovery che ha sede a Dortmund. C'era un tempo in cui la collaborazione imprenditoriale tra Germania e Italia si limitava all'industria, soprattutto al settore automobilistico. Oggi i due paesi stanno cooperando sempre più in un ambito avveniristico: la biotecnologia, un campo nel quale si moltiplicano i rapporti tra società, centri di ricerca, distretti industriali, facoltà universitarie sui due versanti delle Alpi.


Stefan Lohmer, il 49enne amministratore della società milanese Axxam, ha avuto un ruolo di primo piano nella joint venture con la tedesca InterMed Discovery, nata alla fine del 2010: «Il nostro obiettivo è di offrire ai produttori alimentari nuove molecole naturali che permettano loro di migliorare la percezione del gusto di alcuni prodotti, per esempio cancellando l'amarezza di un'aranciata, riducendo l'uso del sale in una minestra o aumentando la sensazione di freddo di un chewing-gum. La nostra joint venture unisce il know-how italiano nello screening a una specializzazione tedesca nella chimica e nei composti naturali».
La Imax Discovery è solo un esempio della nuova cooperazione italo-tedesca nella biotecnologia, il settore che raggruppa le applicazioni tecnologiche della biologia. Il campo d'azione è vasto: dall'industria alla cosmetica, dalla medicina all'agroalimentare. Le imprese italiane sono circa 320, quelle tedesche 531, secondo una ricerca di Deutsche Bank. La cooperazione tra i due paesi è troppo recente perché vi siano cifre esaustive. Ines Aronadio, che guida l'ufficio dell'Istituto per il commercio estero a Berlino, osserva però che il numero di aziende italiane alle fiere del settore in Germania è raddoppiato nei tre ultimi anni.
Dal canto suo, Benedikt Wolbeck, portavoce del ministero dell'Istruzione e della ricerca, segnala che i due paesi collaborano in almeno cinque progetti europei: «La bio-economia è destinata a crescere. Ecco perché la cooperazione italo-tedesca è così importante per ambedue i paesi». In Germania il governo ha investito denaro pubblico fin dagli anni 90, creando dei distretti biotecnologici. Lo scoppio della bolla hi-tech ha provocato il fallimento di molte imprese, lasciando però intatta un'esperienza umana di cui oggi il paese approfitta. Il Nord-Reno Vestfalia, la regione in cui ha sede InterMed Discovery, ne è un esempio.
Dortmund, nel cuore della vecchia Ruhr, vuole riconvertirsi, abbandonando l'industria pesante e specializzandosi nel terziario. Gli uffici della società con la quale Axxam si è alleata hanno sede in un quartiere della città tutto dedicato alle start-up e alla ricerca avanzata. A sentire l'amministratore Bernard Becker, 45 anni, la collaborazione con l'impresa italiana è un perfetto incontro che permette di valorizzare due specializzazioni complementari. Il fatto che le due società siano nate nel tempo da una costola di Bayer è solo una coincidenza: i dipendenti sono in netta maggioranza tedeschi alla InterMed Discovery e italiani alla Axxam.
Più in generale, Becker vede tre motivi dietro alla nascita di Imax Discovery. «Prima di tutto, la biotecnologia è un settore nuovo dove l'aspetto tecnologico è premiante. Nessuna azienda ha tutto il know-how a disposizione: collaborare è quindi essenziale. In secondo luogo, la chimica tra le persone con esperienze diverse si rivela particolarmente utile in un campo tutto da scoprire. Infine c'è l'aspetto culturale. Ho vissuto in Cina e conosco le potenzialità di quel paese, ma so anche che il modo di lavorare dei cinesi è diverso da quello degli europei. Con gli italiani, noi tedeschi abbiamo una vicinanza culturale che è invidiabile».
La collaborazione italo-tedesca nel settore della biotecnologia riguarda anche le università e i centri-studi. Il Technologiepark di Heidelberg collabora con il Politecnico di Milano, mentre il Leibnitz-Institut für Molekulare Pharmakologie (Fmp) ha contribuito a creare forti legami tra la Toscana e i Länder del Brandeburgo e di Berlino. L'acquisizione da parte del gruppo Menarini della società Berlin Chemie ha facilitato i contatti. «Il settore – commenta Hartmut Oschkinat, professore all'Fmp – è molto dinamico, anche perché i progetti europei fanno da volano. Sui due versanti delle Alpi ci sono talenti e infrastrutture di qualità».
Si potrebbe pensare che la collaborazione con i tedeschi sia strumentale alle imprese italiane per evitare, ad esempio, normative troppo conservatrici in Italia. Alessandro Sidoli, 52 anni, cofondatore di Axxam e presidente dell'associazione imprenditoriale Assobiotec, si limita ad osservare che la Germania offre agevolazioni finanziarie che in Italia spesso non esistono, una legislazione e un'amministrazione dei brevetti particolarmente efficiente: «Dal mio punto di vista vedo molte opportunità nel rapporto con le imprese tedesche, e credo che un rafforzamento dei legami tra le regioni dei due paesi potrebbe essere utile».
B.R.