Nel 1963, in occasione della firma del Trattato dell’Eliseo, Francia e Germania crearono un ente che esiste ancora oggi: è il Deutsch-Französisches Jugendwerk, in francese l’Office franco-allemand pour la Jeunesse (l'Ufficio franco-tedesco per la gioventù). L’obiettivo era di riavvicinare i due paesi dopo tre guerre sanguinose, e di evitare la nascita nelle nuove generazioni di pericolosi disaccordi.
Pochi in Italia praticano il tedesco (a studiarlo sono in 400 mila), a differenza che in Germania dove molti parlano (o parlicchiano) l’italiano. "Questa piattaforma mira a fornire ai giovani tra i 15 e i 25 anni una conoscenza non solo della lingua ma anche della cultura tedesca – ha detto l'ambasciatore tedesco a Roma Michael Gerdts -. la conoscenza del tedesco è spesso indispensabile nell'industria, nel commercio e nel turismo e aumenta le possibilità di trovare un lavoro". Quest’ultimo tema non è banale. Mentre in molti paesi europei la disoccupazione è elevata, soprattutto tra i più giovani, in Germania è relativamente bassa. Anzi, c’è carenza di giovani preparati in molte professioni, dagli ingegneri agli infermieri. Qualche giorno fa un deputato del partito democristiano, Michael Fuchs, ha lanciato l’idea – non si capisce quanto politicamente realistica – di una campagna pubblicitaria in tutta l'Unione per attirare lavoratori in Germania: “Ci sono in Europa del Sud e dell’Est molti giovani disoccupati che cercano urgentemente un lavoro". Ha aggiunto Max Straubinger, un esponente cristiano-sociale: “E’ più facile attirare manodopera europea che modificare la legge sull’immigrazione per far venire giovani da altre regioni del mondo”. I giovani spagnoli, greci, portoghesi e italiani sono avvertiti. Se il Deutsch-Französisches Jugendwerk fu utile a creare una nuova sintonia tra le società francese e tedesca, forse l’Ufficio italo-tedesco per lo scambio giovanile – che per ora avrà solo una sede (a Roma) ma si avvarrà di internet per essere presente nei due paesi – potrebbe creare quella mobilità della manodopera nel mercato unico europeo che ancora oggi rende l’Unione una copia sbiadita degli Stati Uniti.
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(Nella foto, il logo provvisorio dell'Ufficio italo-tedesco per lo scambio giovanile)