Da qualche giorno ormai una fetta della stampa tedesca critica con virulenza e arroganza alcuni suoi vicini europei, la Grecia in testa. Le ragioni non mancano vista la grave crisi debitoria del paese mediterraneo, ma è come se i tedeschi siano rimasti immuni dalla grande crisi finanziaria scoppiata nel 2008-2009. Non è proprio così come dimostra la situazione in cui versano molte banche tedesche.
Evidentemente, la moneta oggigiorno è più importante della cultura. Almeno in questo momento. Nei giorni scorsi sempre Bild ha scritto un ritratto del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi al limite dell’offensivo, sostenendo che il suo eventuale arrivo alla guida della Banca centrale europea sarebbe pericoloso per la stabilità dell’euro, quasi che per motivi genetici gli italiani fossero tutti economicamente irresponsabili. Il quotidiano del gruppo Springer strizza l'occhio ai suoi 13 milioni di lettori, con le armi della polemica e della provocazione. I tedeschi sanno che va preso a piccole dose. In queste circostanze, tuttavia, il rischio è di assistere a rimpalli nazionalistici inutili, anzi controproducenti se non pericolosi. Forse è anche per questo che il cancelliere Angela Merkel sta sostenendo l’idea di un Fondo monetario europeo, rilanciata nei giorni scorsi dal ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. Dopo aver detto di no a tante soluzioni per salvare la Grecia e la zona euro, la Germania si è sentita in dovere di essere propositiva. Peraltro le critiche tedesche non sono sempre convincenti. E’ vero che le finanze pubbliche della Germania hanno retto meglio di altre, e il paese ha così dimostrato ancora una volta responsabilità e occulatezza, ma come non ricordare che la Repubblica Federale è alle prese con un fragilissimo sistema bancario? A causa di pericolosi equilibrismi finanziari negli anni della bolla, Commerzbank ha ricevuto aiuti statali per 18 miliardi di euro; molte banche pubbliche sono state salvate in extremis; Hypo Real Estate è stata nazionalizzata tout court. Sui mercati finanziari si dice che le generose operazioni di rifinanziamento della Bce in questi mesi aiutino non poco gli istituti creditizi tedeschi. La Grecia è criticabile, ma la Germania non è esente da errori e debolezze.