Il ventennale della Caduta del Muro è l'occasione per cerimonie commemorative, documentari televisivi e articoli di stampa. Naturalmente non mancano neppure le mostre. A Berlino qualche giorno fa è stata inaugurata un'esposizione particolarmente interessante nel centro Martin Gropius della Niederkirchnerstrasse. Raccoglie le foto di un giornalista del settimanale Stern. Le immagini non riguardano solo gli avvenimenti del 1989, ma anche la vita quotidiana nella DDR e alcuni dei passaggi cruciali che portarono alla Caduta del Muro venti anni fa. Nato in Renania nel 1948, Harald Schmitt è stato tra il 1977 e il 1983 un testimone d'eccezione nell'Altra Germania, quella che ai tempi era guidata da un regime totalitario. Il giornalista si è calato più di altri corrispondenti nel mondo tedesco orientale, fino a sposare una signora della Germania Est. Le sue foto mettono l'accento sulle ristrettezze della vita quotidiana, sulla presenza permanente dello Stato, sulla crescente opposizione interna alla dittatura comunista. Molte foto mostrano situazioni di tutti i giorni: le code davanti ai negozi o le parate d'ordinanze. Altre sono strizzatine d'occhio all'osservatore avveduto. Davanti all'edificio prematuramente invecchiato dell'ospedale di Zwickau Schmitt fotografa un poster gigante della propaganda di regime: "Il socialismo è la migliore profilassi".
Non mancano però anche molti ritratti. Tre in particolare. Una delle foto ritrae Robert Havemann, tra i maggiori dissidenti al regime di Erich Honnecker. Pur sorvegliato dalla Stasi, Havemann poteva incontrare estranei ma quando si trattava di discutere argomenti delicati si scambiavano idee scrivendo con una macchina da scrivere domande e risposte per evitare le intercettazioni della polizia segreta. In un'altra foto ancora appare Markus Wolf, il temibile dirigente della Stasi, "l'uomo senza viso" perché sconosciuto ai più. Schmitt lo ritrae in occasione del funerale di suo fratello Konrad nel 1982. Più tardi, il negativo della foto scomparve misteriosamente dagli archivi di Stern, probabilmente sotratta da un agente segreto della DDR. Infine in una terza immagine appare Rainer Eppelmann, il pastore protestante che guidò le proteste nel 1989 nelle chiese di Dresda e Lipsia. Dopo sei anni di corrispondenza, nel 1983, le autorità tedesche orientali decidono che Harald Schmitt è pericoloso, troppo inserito nella vita di Berlino Est: decidono quindi all'improvviso di non rinnovargli il visto di giornalista. È costretto a tornare a Ovest, ma riesce a portare con sé la compagna Annette.