La notizia sembra per molti versi banale, ma dà la misura dei rapporti franco-tedeschi e dello spirito europeista in questi tempi di crisi. Nei giorni scorsi la società ferroviaria tedesca ha criticato aspramente la sua controparte francese, accusando la SNCF di proteggere il suo mercato interno e di non permettere alla Deutsche Bahn di mettere radice in Francia. Il presidente del gruppo tedesco, Hartmut Mehdorn, ha scritto una lettera al suo omologo Guillaume Pepy definita da Le Monde "poco cordiale". Il tutto naturalmente alla vigilia dell’apertura alla libera concorrenza del mercato ferroviario nel 2010.
Al cancelliere Angela Merkel non piaciono il carattere troppo esuberante del presidente Nicolas Sarkozy, gli incontri a due franco-inglesi, le pressioni per nuove misure a favore dell’economia, le critiche per una politica economica tedesca poco coraggiosa (la vignetta a fianco è stata pubblicata da The Economist). Nell’ultimo decennio, da quando Helmut Kohl e François Mitterrand non sono più al potere, questi screzi tra Germania e Francia non sono nuovi e naturalmente non aiutano il processo di integrazione europea. La differenza rispetto al passato però è che la situazione finanziaria ed economica è delicatissima. Lo scontro tra le due società ferroviarie nasconde una vena protezionista tra i Paesi europei che sarebbe deleteria, soprattutto se dovesse moltiplicarsi nel continente. La scelta di Sarkozy di nominare Sottosegretario agli Affari Europei un germanista, Bruno Le Maire, è positiva; ma basterà a ridare slancio a una sprachlose Freundschaft, un’amicizia senza lingua nella quale pochi tedeschi parlano francese e pochi francesi parlano tedesco? Nel frattempo, con tutti i suoi limiti strutturali, il rapporto italo-tedesco si sta consolidando. Simbolica per certi versi è l’assegnazione quest’anno del Premio Carlomagno, uno dei più noti riconoscimenti pubblici tedeschi, a un esponente della società civile italiana: Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.