Accordi nella sinistra tedesca – Tutto è ancora possibile

Thorsten_schfergmbel_2 È fallita rovinosamente l’ipotesi di un’alleanza tra il partito socialdemocratico e la sinistra radicale di Die Linke in Assia. A sorpresa, lunedì 3 novembre, poche ore prima del voto decisivo nel parlamento regionale, quattro esponenti dell’Spd hanno deciso di uscire allo scoperto e di opporsi all’idea di una coalizione socialdemocratica-verde di minoranza con l’appoggio esterno di Die Linke. Le tensioni in seno all’Spd sono emerse nettamente, tanto che il partito ha cambiato leader in Assia. Andrea Ypsilanti, colpevole di avere proposto un’intesa poi fallita, si è fatta da parte e nuovo presidente regionale è diventato il 39enne Thorsten Schäfer-Gümbel (i due nella foto tratta da internet). Di conseguenza, l’Assia è costretta a tornare alle urne in gennaio, a un anno esatto da un voto che dette risultati troppo incerti. Per ora, quindi, a Ovest l’ipotesi di un’alleanza tra sinistra socialdemocratica e sinistra radicale non è destinata a materializzarsi: troppo controversa per un’SPD che spesso vede in Die Linke un partito estremista. Per il momento, ha vinto la tesi moderata, quella cavalcata da Frank-Walter Steinmeier, il candidato-cancelliere socialdemocratico. Eppure, ciò non significa che non vi possano essere nuovi tentativi tra i due partiti nei prossimi mesi, a Est come a Ovest.

A Est, prima di tutto: non solo i due partiti già collaborano insieme nella città-Stato di Berlino, ma si stanno aprendo nuove possibilità di alleanza in Turingia dove si voterà il 30 agosto 2009. Attualmente, nei sondaggi, la CDU raccoglie il 37% delle intenzioni di voto, mentre l’SPD è fermo al 15% e Die Linke oscilla intorno al 32%. Insieme questi due ultimi partiti potrebbero governare la regione, perché la CDU, con il suo partner tradizionale, i liberali dell’FDP, sarebbe ferma al 42%. Anche il Saarland, a Ovest, è curiosamente in bilico. Gli studi demoscopi in vista del voto del 30 agosto dell’anno prossimo mostrano la CDU al 38%, l’SPD al 25 e Die Linke al 23%. Candidato ministro-presidente per la sinistra radicale è il suo leader Oskar Lafontaine, uomo della regione. I movimenti politici continuano a lanciarsi messaggi trasversali, tastando il terreno e strizzando l’occhio. In una scena politica nella quale ormai i partiti sono cinque – ai quattro già menzionati bisogna aggiungere i Verdi – accordi SPD-Die Linke sono per certi versi nell’ordine delle cose. Da questo punto di vista, il voto in Turingia e nel Saarland sarà molto interessante, anche perché potrebbe influenzare le elezioni federali della fine di settembre e soprattutto le trattative successive, se lo scrutinio non dovesse dare risultati certi.

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    Di sicuro. Detto ciò, molti analisti prefigurano già un remake della tanto bistrattata Grosse Koalition, qualora il risultato dovesse essere incerto. E molto probabilmente sarà così, dato che con ogni probabilità CDU ed FDP non raggiungeranno affatto la maggioranza assoluta.
    Mi pare però che il caso dell’Assia sia illuminante anche per comprendere che ne sarà del tanto elogiato “modello tedesco”. Il rischio è che la confusione, alimentata dall’ingresso sulla scena di Die Linke, disintegri del tutto le coalizioni tradizionali e metta nelle mani delle segreterie dei partiti e quindi non più degli elettori, la formazione reale dei governi. Mi pare che la campagna elettorale appena inaugurata in Assia lo dimostri ampiamente. Il capo dei Verdi Tarek Al Wazir, in una recente intervista con la ZDF, si è rifiutato di rendere note le proprie preferenze in ordine alle alleanze politiche da stringere: “Se ne discute dopo il voto”, ha detto. Il che avvalora quanto detto sopra…

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