In mostra a Berlino la grande rivoluzione industriale tedesca

Il Deutsches Historisches Museum, sulla Unter den Linden di Berlino, ospita in queste settimane, fino al 31Gruenderzeit_2 agosto, una splendida mostra intitolata Gründerzeit. 1848-1871 – Industrie & Lebensträume zwischen Vormärz und Kaiserreich (Periodo fondatore. 1848-1871 – Industria e sogni di vita tra Vormärz e l’Impero). A dispetto del titolo l’esposizione ha interessanti legami con l’attualità di questo Paese. La mostra prima di tutto vuole smentire il luogo comune secondo il quale la creazione del Reich nel 1871 corrisponde con la nascita della Germania. In realtà da un punto di vista sociale ed economico, i tedeschi gettano le fondamenta del Paese nel ventennio precedente, dopo i moti del 1848. È il periodo straordinariamente vitale della rivoluzione industriale e della nascita dei grandi partiti popolari. L’uso crescente del carbone e del gas permette al Paese di arricchirsi. Tra il 1845 e il 1855 l’estensione della rete ferroviaria passa da duemila a oltre ottomila chilometri. Opel e Krupp, Siemens e Maffei, Faber e Villeroy fondano le imprese che ancora oggi dominano i mercati. Tra il 1850 e il 1870 sono tenute a battesimo le prime società per azioni: 295 in tutto, accanto a decine di piccole imprese famigliari. Sul fronte politico nascono il Partito socialdemocratico grazie a Bebel e a Lassalle, così come le prime organizzazioni sindacali.

L’esposizione (750 oggetti – dai manifesti dell’epoca alle prime macchine utensili – in uno spazio di 1.100 metri quadrati) è la conferma prima di tutto di quanto l’economia pesi nella vita pubblica tedesca. Non vi è altro Paese europeo in cui il mondo dell’impresa e del lavoro sia ancora oggi un punto di riferimento così visibile, non solo nel dibattito politico ma anche nella vita privata dei tedeschi. E’ sufficiente leggere i giornali: anche quelli generalisti dedicano grande spazio all’economia e alla finanza con articoli informati e precisi, facendo diretta concorrenza ai quotidiani specializzati. La ragione probabilmente è da ricercare nella rapidità con cui il Paese, prevalentemente agricolo, è diventato una potenza economica mondiale, superando alla fine dell’Ottocento la Gran Bretagna. Sorprende forse se la borghesia tedesca di oggi – ricca e istruita – sia particolarmente consapevole delle sue origini ottocentesche? È interessante notare inoltre come la chiave di lettura con la quale analizzare molti aspetti della Germania moderna affondi le sue radici proprio nella seconda metà del XIX secolo: dopo tutto, molti dei nodi oggi in discussione – dal rapporto sindacato-imprese al destino del welfare state, dal futuro del sistema bancario pubblico alla crisi della socialdemocrazia – risalgono proprio al Gründerzeit.

  • Alessandro Ferri |

    Ha ragione Beda Romano: in nussun altro paese, il mondo del lavoro e quello imprenditoriale hanno un peso così rilevante. Anche le sentenze dei tribunali del lavoro oppure quelle relative alle prestazioni sociali sono spesso riportate in prima pagina dai più importanti quotidiani.
    Comunque bella anche la mostra che ho avuto la fortuna di vedere in quanto appassionato di Germania e Berlino. Per questa ultima città, la sua vita culturale, i locali, la vita notturna ed i musei segnalo un bel sito in italiano http://www.myberlino.com aggiornato ed originale con tante ‘dritte’ sulla vita berlinese.
    Saluti!

  • Massimo |

    Credo in fondo sia così in tutti gli stati europei, cioè esser figli culturali più del XIX secolo che del secolo scorso, frammentato e travisato (nell’analisi profonda della società e dei suoi equilibri latenti) da guerre e ricostruzioni, sia materiali sia culturali (tentativi, non sempre illuminati).

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