In Italia il culto della memoria è per molti versi un esercizio disordinato nel quale sovente prevale la faziosità politica e lo
Nel testo questa decisione è stata annacquata per evitare un parallelo netto tra i due periodi storici. L’Olocausto ha il sopravvento rispetto a un regime politico, quello tedesco-orientale, definito pudicamente "ingiusto". Il tentativo della CDU di parificare i due avvenimenti è fallito, anche per l’opposizione dell’SPD: per molti ex cittadini della DDR, educati a considerare la Shoah una responsabilità dei tedeschi dell’Ovest, il parallelo è incomprensibile. Oggi si calcola che vi siano in Germania 3.500 monumenti al genocidio ebraico e 350 dedicati alle vittime del regime tedesco-orientale. Impressionante è l’investimento deciso dal Governo: dai 22 milioni del 2007, la spesa annua sale, dal 2009 in poi, a 35 milioni di euro. Un terzo del denaro sarà usato per commemorare le vittime del regime comunista, il resto andrà a finanziare memoriali all’Olocausto (nella foto tratta da Internet il monumento berlinese in memoria della Shoah). Quattro campi di concentramento – Dachau, Flossenbürg, Neuengamme e Bergen-Belsen – passano sotto l’egida dello Stato federale. Gli altri Lager restano responsabilità delle regioni, ma con l’impegno a coordinare iniziative e progetti. I Länder potranno chiedere un aiuto economico al Governo, ma l’eventuale memoriale dovrà essere di qualità, ricordare un evento esemplare ed essere situato in una posizione appropriata. Alcune scelte introdotte nel libro bianco varato dalla grande coalizione possono non piacere, ma è probabilmente meritorio che la Germania si sia data un libretto d’istruzioni in un ambito tanto delicato, troppo spesso strumentalizzato.