La fabbrica tedesca si fa ergonomica – 30/04/08

FRANCOFORTE – Troppo spesso il lavoratore anziano è considerato un candidato all’esubero anticipato, un costo da trasferire se possibile alle casse pensionistiche dello Stato. In Germania, invece, molte aziende si stanno preparando al graduale invecchiamento della forza lavoro, in parte per ragioni demografiche, in parte anche per una mancanza di lavoratori qualificati.

In un recente sondaggio di Adecco, una società svizzera, il 54% delle grandi imprese europee considera la demografia tra le sfide più importanti, in linea con altri temi come la globalizzazione (55%) o il progresso tecnologico (58%). In Germania la quota è del 70%, in Gran Bretagna, dove la popolazione è più giovane, assai minore: di appena il 32 per cento.
Secondo l’Ufficio federale di Statistica, nella Repubblica federale tedesca il numero di persone con almeno 60 anni passerà da 20,5 milioni a 28,4 milioni entro il 2030, con un aumento del 38 per cento. Coloro con più di 80 anni saliranno del 73% da 3,6 a 6,3 milioni. Sorprende se le imprese più grandi si preoccupino del futuro della propria forza lavoro?
In un recente articolo della Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung  (FaS), il direttore del personale di BMW, Ernst Baumann ha illustrato il programma Heute für morgen, oggi per domani. Nel 2017, secondo il dirigente della casa automobilistica, l’età media dei dipendenti della società bavarese sarà di 47 anni, otto anni in più rispetto alla media attuale.
Il programma di BMW prevede un adeguamento del posto di lavoro: sedie o sgabelli ergonomici, poggiapiedi per aiutare la schiena, scarpe comode, schermi più grandi, così come palestre per garantire la buona forma fisica dei dipendenti più anziani. «Non si tratta di filantropia», ha detto Baumann alla  FaS: in dieci anni i dipendenti con più di 50 anni saliranno dal 14 al 37% del totale.
In questo modo, la BMW vuole prepararsi al futuro. Tra 15-20 anni la Germania non sarà solo più vecchia di quanto non lo sia oggi, ma la popolazione attiva sarà anche più anziana. Il governo di grande coalizione democristiano-socialdemocratico guidato dal cancelliere Angela Merkel ha infatti deciso di aumentare gradualmente l’età pensionabile da 65 a 67 anni.
Il tema poi è meno lontano nel futuro di quanto si possa pensare. Secondo una ricerca pubblicata lunedì 21 aprile, l’istituto economico IW di Colonia ha messo l’accento su una "penuria inedita" di ingegneri in Germania: l’economia tedesca avrebbe una carenza di 95mila persone laureate in questa disciplina.
In questo contesto, l’esperienza dei più anziani è particolarmente importante. E l’esperienza di BMW non è unica. Nel 2001 un’altra casa automobilistica, Daimler, ha lanciato il progetto Aging Workforce. Prevede tra le altre cose una valutazione ergonomica dei macchinari nella loro fase di pianificazione e programmi di training muscolari.
Anche BASF si è messa in moto. Il programma Generations@Work ha come obiettivo di cogliere tutte le opportunità dell’invecchiamento della popolazione, spiega Jennifer Moore Braun, portavoce del gigante chimico. «Oggi la maggioranza dei dipendenti a Ludwigshafen (dove lasocietà ha sede, ndr) ha tra i 35 e i 50 anni. Sulla base delle proiezioni, nel 2020, oltre la metà avrà più di 50 anni».
Generations@Work si basa su 13 progetti. Il gruppo ha anche  creato proprio a Ludwigshafen un centro  di apprendimento, nel quale i dipendenti  possono rafforzare la loro qualificazione professionale. In molte sedi poi BASF, attenta alla forma fisica dei propri dipendenti, offre corsi di ginnastica e allenamenti sportivi.
«Organizziamo gli orari di lavoro in modo flessibile  e secondo l’età dei dipendenti – spiega la signora Moore-Braun -. Le persone più anziane hanno ritmi diversi. E l’orario di lavoro deve essere messo a punto in modo tale che tenga conto delle esigenze di servizio, della professione e della famiglia».
B.R.

  • Massimo |

    Lo slittamento terzomondista è anche figlio del nostro passato di staterelli e signorie varie.
    Siamo un misto di buone e pessime leggi, eccellenti (quanto rare) applicazioni delle stesse e una maggioranza di situazioni appunto, da terzo mondo. Non c’è controllo, non c’è Stato. Il tutto è realmente affidato alla coscienza delle persone, una coscienza che lo stesso Stato ha corrotto con indulti, condoni in favore di sacche improduttive, centri di potere e mafie.
    In Germania esiste uno Stato grazie ai diritti che esso garantisce e ai doveri che richiede, doveri che vengono visti come responsabilità della convivenza.
    Non è il nostro caso, ed è evidente a tutti.

  • Lucio Turolla |

    A leggere come si evolve la cultura del lavoro nella vicina Germania , ci si rende conto dello slittamento terzomondista della nostra ‘eccellente’ Italia.

  • Lucio Turolla |

    A leggere come si evolve la cultura del lavoro nella vicina Germania , ci si rende conto dello slittamento terzomondista della nostra ‘eccellente’ Italia.

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