A dire il vero, non tutto il Governo si è trasferito a Est: sei ministeri hanno ancora uffici a Bonn, che accoglie anche alcune grandi società ex monopoliste, come Deutsche Telekom e Deutsche Post. Queste aziende hanno fatto da catalizzatore e ormai il settore dell’information technology dà lavoro a 25mila persone in oltre mille imprese. La città, che conta un decimo degli abitanti di Berlino (appena 310mila abitanti), ha un tasso di disoccupazione intorno al 7% e i suoi cittadini hanno un potere d’acquisto superiore del 13% alla media nazionale. Nonostante i contraccolpi subiti con il trasloco del Governo, il suo aeroporto, usato in coabitazione con Colonia, è in forte crescita: l’anno scorso ha registrato oltre 10 milioni di passeggeri, rispetto ai 5,5 milioni del 2002. Nel frattempo, il comune ha riconvertito molti edifici federali in centri-congressi, trasformando Bonn in una meta europea per le conventions aziendali. Sono stato in città per un’intervista a un noto esperto di marketing e prezzi, Hermann Simon. E sono tornato a Francoforte sorpreso di come Bonn abbia smentito le più catastrofiche previsioni sul suo destino, liberandosi con successo del nomignolo scherzoso e irriverente di Bundesdorf, villaggio federale, che le era stato affibiato quando era la capitale tedesca. Oggi, il confronto con la povera Berlino fa riflettere.