Da quando Berlino è diventata ufficialmente la capitale della Germania, nel 1999, Bonn è precipitata in un cono d’ombra, ignorata dalla grande stampa internazionale e per molti versi anche da quella tedesca. La piccola città di provincia, scelta nel 1949 dal cancelliere Konrad Adenauer per essere la sede delle istituzioni federali della Repubblica federale, è caduta nell’anonimato (a fianco, il logo del comune tratto dal sito Internet). Per 50 anni è stata, nonostante la piccola taglia, un’importante capitale europea; oggi è tornata a essere una semplice cittadina del Nord-Reno Vestfalia, visitata principalmente da coloro che vogliono ripercorrere le tracce di un noto figlio della regione, Ludwig van Beethoven. Eppure, durante un mio recente viaggio sulle rive del Reno, ho scoperto che la città, malgrado il trasloco del Governo a Berlino, è in pieno boom economico: addirittura i prezzi nel settore immobiliare sono ancora quelli di una capitale.
A dire il vero, non tutto il Governo si è trasferito a Est: sei ministeri hanno ancora uffici a Bonn, che accoglie anche alcune grandi società ex monopoliste, come Deutsche Telekom e Deutsche Post. Queste aziende hanno fatto da catalizzatore e ormai il settore dell’information technology dà lavoro a 25mila persone in oltre mille imprese. La città, che conta un decimo degli abitanti di Berlino (appena 310mila abitanti), ha un tasso di disoccupazione intorno al 7% e i suoi cittadini hanno un potere d’acquisto superiore del 13% alla media nazionale. Nonostante i contraccolpi subiti con il trasloco del Governo, il suo aeroporto, usato in coabitazione con Colonia, è in forte crescita: l’anno scorso ha registrato oltre 10 milioni di passeggeri, rispetto ai 5,5 milioni del 2002. Nel frattempo, il comune ha riconvertito molti edifici federali in centri-congressi, trasformando Bonn in una meta europea per le conventions aziendali. Sono stato in città per un’intervista a un noto esperto di marketing e prezzi, Hermann Simon. E sono tornato a Francoforte sorpreso di come Bonn abbia smentito le più catastrofiche previsioni sul suo destino, liberandosi con successo del nomignolo scherzoso e irriverente di Bundesdorf, villaggio federale, che le era stato affibiato quando era la capitale tedesca. Oggi, il confronto con la povera Berlino fa riflettere.