C’è una lezione tedesca nel voto italiano di questo fine settimana. E riguarda i Verdi. Quelli italiani hanno deciso di giocare la carta dell’estremismo, voltando le spalle al Partito Democratico e contribuendo alla nascita della Sinistra Arcobaleno. Nel voto di domenica scorsa hanno subito una sconfitta cocente. Quelli tedeschi–in generale più realisti–stanno riflettendo seriamente a possibili alleanze con i democristiani della CDU. È difficile dire se un accordo di questo tipo sia possibile a livello federale già in occasione del voto nazionale del 2009, ma ad Amburgo–la città-Stato nella quale si è votato in febbraio–i due partiti stanno negoziando da alcune settimane e un’intesa di governo appare realistica. Lo scollamento è evidente: in Italia gli ambientalisti guardano verso la sinistra radicale, in Germania pendono verso il centro. Nonostante divisioni e incertezze, i Verdi tedeschi danno l’impressione di rimanere concreti, aperti alle novità, attenti alle nuove tendenze, e in generale alla ricerca di un ragionevole equilibrio tra la difesa dell’ambiente e lo sviluppo dell’economia.
In Germania, i Grünen–che nei sondaggi oscillano intorno al 10%–hanno imposto la chiusura delle centrali nucleari entro il 2020, ma non hanno impedito al Paese di avere una settantina di inceneritori, una rete ferroviaria ad alta velocità e un network autostradale tra i più efficienti al mondo. A dire il vero, anche i Verdi tedeschi sono divisi tra fondamentalisti e realisti, tra fundis e realos come vengono chiamati in tedesco. Ma questa divisione non ha vietato al partito di aprire nei giorni scorsi una rappresentanza a Washington, la seconda all’estero dopo quella di Bruxelles. La scelta ha un doppio obiettivo: da un lato fare propria l’esperienza ecologista dei numerosi tedeschi che abitano negli Stati Uniti; dall’altro creare nuovi legami con gli ambientalisti americani. "Vogliamo avere a disposizione un gruppo che conosca la politica interna tedesca e che possa influenzare il programma ambientalista tedesco in campo internazionale", ha detto Arne Jungjohann, co-fondatore della sede americana dei Grünen. Ha aggiunto Reinhard Bütikofer, co-leader dei Verdi: "Non vogliamo un rapporto a senso unico: puntiamo allo scambio e alla cooperazione. L’apertura di questa sede riflette il fatto che siamo aperti allo scambio di idee con gli Stati Uniti". Per un partito nato dalle ceneri del 1968 e che per anni ha avuto una vena anti-americana, il segnale è certamente interessante, a Berlino come a Roma.
PS – Un aggiornamento: CDU e Verdi hanno trovato giovedì 17 aprile un accordo per governare insieme la città-Stato di Amburgo. L’intesa, di 65 pagine, deve passare al vaglio dei congressi dei due partiti entro la fine del mese. E’ la prima volta che in Germania democristiani e ambientalisti decidono di allearsi a livello regionale.