Verso una prima alleanza regionale tra democristiani e Verdi?

Nelle prossime settimane, tre regioni tedesche si recheranno alle urne: Assia, Bassa Sassonia e Amburgo. Le coalizioni uscenti rischiano di subire alcuni cambiamenti. Nella città-Stato di Amburgo i democristiani potrebbero essere costretti a cercare un partner di governo. A sorpresa, questo fine settimana il premier CDU Ole von Beust si è detto pronto ad allearsi con i Verdi, se il voto non dovesse dare al suo partito la maggioranza assoluta, come invece avvenne nel 2004. Sarebbe una prima: mai finora CDU e Verdi si sono alleati a livello regionale. Esistono oggi soltanto alcuni accordi a livello comunale. Una eventuale coalizione tra democristiani e Verdi ad Amburgo (ancora tutta da decidere) sarebbe quindi un segnale politico con risvolti nazionali, non semplicemente locali.

Infatti sarebbe la conferma di come la scena politica in Germania è diventata assai più complicata di quanto lo fosse appena quindici anni fa: i partiti sono sempre più numerosi (cinque al Bundestag, anziché tre fino al 1983), le coalizioni possibili sempre più varie. Già le lunghe trattative in occasione della formazione del governo di Angela Merkel nel 2005 lo hanno dimostrato. La Grosse Koalition del 1966-1969 ha aperto le porte del governo federale ai socialdemocratici; quella dei primi anni 2000 verrà probabilmente ricordata per aver scombussolato gli equilibri tra i partiti della Repubblica Federale e moltiplicato le possibili alleanze nel mondo politico tedesco. Un’ultima considerazione: mentre in Germania la destra non esclude alleanze con gli ecologisti, in Italia l’ipotesi è inconcepibile. Probabilmente è un peccato.

  • Giovanni Boggero |

    Beh la probabilità di un governo verde-nero a livello regionale o addirittura nazionale è in effetti argomento di discussione da (qualche) tempo in Germania… C’è chi tra i Gruene lo smentisce (in Assia ad esempio i Verdi hanno categoricamente detto di no) e c’è chi, invece, si dimostra più adisponibile a possibili alleanze (Renate Kuenast ad esempio). Chissà…

  • danilo72 |

    C’è sempre il rischio che l’evoluzione dell’ecologismo verso un tecno-ecologismo (che potrebbe accettare nuovi impianti nucleari “sicuri”), non possa coinvolgere emotivamente la base movimentista purtroppo da sempre alla ricerca di qualcuno contro cui lottare.
    Vedremo forse i verdi tedeschi diventare tecno-verdi e i latini no viste le scarse competenze scientifiche che ci connotano.

  • Beda Romano |

    Temo che in Italia la responsabilità delle incomprensioni sia sui due fronti. In Germania, intanto, i Verdi stanno riflettendo seriamente sul loro futuro, dopo che l’ambientalismo è diventato una bandiera di tutti i partiti politici. Sembrano oscillare tra un ritorno alle origini massimaliste e una voglia di nuovo liberalismo (qualche mese fa, hanno tenuto una riunione al Bundestag con alcune decine di imprenditori per discutere di economia di mercato). Sarà interessante capire se a un certo punto rivedranno la loro posizione anche sul nucleare. Il caso di James Lovelock, l’ecologista inglese che si è ricreduto sul pericolo di questo tipo di energia, potrebbe rivelarsi un esempio.
    B.R.

  • danilo72 |

    In Italia sono gli ecologisti che escludono di partecipare a progetti politici con la destra. Difatti al ministero dell’Ambiente nei governi di centrodestra recenti non c’era un ministro dialogante con l’universo ambientalista.

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