Le dimissioni di Guttenberg – I dubbi di un osservatore

Karl-Theodor zu Guttenberg si è dimesso stamani da ministro della Difesa. Negli ultimi giorni le pressioni perché lasciasse l’incarico erano cresciute, dentro e fuori la maggioranza di governo. E’ stato accusato di aver copiato parte della sua tesi di dottorato in giurisprudenza, discussa qualche anno fa all’Università di Bayreuth. La vicenda fa onore alla Germania, diranno in molti: ecco un paese nel quale gli errori, anche quelli di giovinezza, si pagano. KTGuttenberg Chi ha indotto Guttenberg, 39 anni, alle dimissioni affermerà di avere difeso in questo modo la credibilità dei diplomi universitari tedeschi, l’onorabilità della classe politica, e in ultima analisi la serietà di un paese. Eppure io rimango combattuto sul modo migliore di leggere e interpretare questa vicenda. Prima di tutto, provo un certo fastidio all’idea che alcuni professori universitari si siano messi a spulciare una dissertazione di 475 pagine, discussa nel 2006 e intitolata: Verfassung und Verfassungsvertrag: Konstitutionelle Entwicklungsstufen in den USA und der EU (Costituzione e contratto costituzionale: le tappe dello sviluppo costituzionale negli Stati Uniti e nell’Unione Europea). Quel che conta naturalmente è il risultato finale, ma mi chiedo quali fossero le loro reali motivazioni. Guttenberg si è rivelato in questi ultimi anni un uomo politico particolarmente popolare. Anche nelle ultime settimane, in piena tormenta, l’uomo ha goduto incredibilmente dei favori della pubblica opinione. Il suo successo è stato al tempo stesso di beneficio al governo e di pregiudizio ai suoi colleghi, meno popolari. Che abbia creato gelosie e incomprensioni? Se l’obiettivo dei professori che hanno letto minuziosamente la tesi di Guttenberg era di difendere la serietà del mondo accademico, dovrebbero forse chiedere anche le dimissioni dei docenti che gli hanno conferito il diploma summa cum laude.

In secondo luogo, mi sembra che vi sia un contrasto tra la serietà del diploma e la reazione dei critici di Guttenberg. Ho l'impressione che il dottorato in Germania non sia più quello di una volta; ha subito una lenta deriva, come peraltro il Ph.D. negli Stati Uniti. Vi era un tempo quando il dottorato era il diploma di colui che voleva diventare professore universitario e la tesi doveva essere un contributo originale alla conoscenza scientifica. Oggi il Ph.D. è per molti versi l’ultimo stadio di un curriculum accademico che anche in Germania è andato svalutandosi. Fregiarsi del titolo di Doktor è diventato quasi indispensabile in alcune professioni, come gli avvocati. Dei sedici membri del governo federale, dodici – contando Guttenberg – sono dottori, così come il 50% dei presidenti di grandi imprese. Non voglio per questo giustificare plagi e copiature, ma è giusto chiedersi se purtroppo la dissertazione di Guttenberg e di altri Doktoren tedeschi non sia in fin dei conti – almeno in alcune università e in alcune materie – un passaggio burocratico, senza le ambizioni scientifiche che una tesi di dottorato aveva in passato. Mi colpisce che nonostante le accuse di politici e giornali l’esponente bavarese rimanga popolare. Forse i tedeschi si sono resi conto che anche in Germania l’abito – in questo caso il titolo accademico – non fa il monaco. In questa circostanza non sono stato convinto né dal mondo accademico, né dall’establishment politico, né da una stampa tedesca che ha cavalcato la vicenda senza porsi troppe domande. Più convincente è stato lo stesso Guttenberg che si è dimesso con stile, tra le altre cose rendendo merito ai soldati tedeschi all’estero. Al ministero della Difesa non sarà dimenticato.

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(Nell'immagine, K-T zu Guttenberg mentre annuncia le sue dimissioni, stamani a Berlino)

  • Der Pilger |

    Ah sorry, tra la rete che abbatte le distanze e la crisi d’identita’ tipica del migrante non avevo capito chi fossero gli italiani.
    devo ammettere che il dibattito italiano non l’ho seguito, credo di non avere piu’ gli enzimi per digerire le cose italiane, immagino che abbia fatto un certo effetto un ministro che si e’ dimesso per una “bagatella”.

  • papier65 |

    Der Pilger; infatti dicevo che mi sembra interessante a questo punto il commento di chi come te non vive in Italia. Il dibattito in Italia è troppo inquinato e ad a mio personale avviso si ripete sempre uguale su qualunque argomento. Grazie

  • Der Pilger |

    papier65 perche’ i nostri commenti sarebbero irrilevanti?!
    Io vivo in germania, non ho diritto di voto alle politiche, ma ce l’ho per le amministrative e per le europee (voto candidati tedeschi).
    Inoltre partecipo alla vita sociale tedesca e la mia pressione per le dimissioni di Zu Guttemberg si e’ unita a quella di migliaia di altri cittadini.
    Seppur italiano le mie opinioni sono irrilevanti per influenzare la situazione italiana, questo si’.

  • papier65 |

    sull’argomento i commenti di noi italiani sono irrilevanti. Sarebbe interessante raccogliere le opinioni dei cittadini di altre nazioni, magari si potrebbe mettere in piedi un blog “internazionale”.

  • Der Pilger |

    Carlo, non so quanto Zu Guttemberg si sia presentato limpidamente. Quasi tutti i commentatori tedeschi sono d’accordo nell’affermare che Zu Guttemberg si e’ giocato il posto per le prime dichiarazioni appena e’ uscito lo scandalo. L’atteggiamento molto arrogante e vagamente berluschino dove il barone minimizzava e rispondeva infastidito alle domande non e’ stato visto di buon occhio dalla stampa. Le dichiarazioni successive di mea culpa a seguito delle dimissioni sono suonate tardive e anche vagamente patetiche.
    Riguardo i berluschini che strillano le solite scemate che in italia ancora funzionano e all’estero fan solo ridere…che si vuole fare? niente, tirare avanti e ignorarli, gli emigranti se lo possono permettere.
    lascio il link dell’ultima campagna della PETA, giusto per capire quanto e’ sputtanata l’italia e il suo presidente del consiglio:
    http://www.peta.de/web/berlusconi_in.4239.html

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