Non tutto va male nell’economia tedesca: cresce il hard-discount

La crisi economica sta colpendo la Germania in modo particolare. Il Paese è rivolto alle esportazioni, proitettato verso i grandi mercati internazionali e sta quindi soffrendo più di altri del forte rallentamento del commercio mondiale. Tra settembre e novembre, la produzione industriale è calata del 15% annualizzato, tanto che nei prossimi giorni il Governo federale dovrebbe annunciare la sua stima economica per il 2009: secondo le prime anticipazioni l'Esecutivo si aspetta una contrazione dell'attività tra il 2 e il 2,5%. Se queste cifre fossero confermate sarebbe la più grave recessione dalla fine della Il logo di AldiSeconda guerra mondiale. Eppure ci sono settori dell'economia tedesca che sembrano superare il pessimo momento meglio di altri. Uno di questi è il commercio hard-discount, i supermercati a basso prezzo. Aldi, che domina il mercato tedesco ma che è anche presente in vari Paesi europei e non, è in piena espansione internazionale.

Nei giorni scorsi la catena ha annunciato di voler aprire 75 nuovi negozi negli Stati Uniti, tra i quali il suo primo supermercato a New York. La società tedesca conta già oggi un migliaio di punti-vendita oltre-Atlantico, ma il suo fatturato è limitato, sette miliardi di dollari rispetto ai 374 miliardi di Wal-Mart, secondo la società di ricerche di mercato Planet Retail. La crisi economica rappresenta "la perfetta combinazione di fattori", ha spiegato Jason Hart, il rappresentante di Aldi negli Stati Uniti, riferendosi al forte rallentamento congiunturale. Non è tutto. In Irlanda, la stessa società tedesca ha deciso nuovi investimenti per 350 milioni di euro con l'obiettivo di aprire 35 nuovi supermercati. Infine anche in Gran Bretagna il gruppo tedesco di proprietà dei fratelli Albrecht, sta andando bene. Le vendite stanno crescendo del 25% annuo e la sua quota di mercato è già del 3,2%. Aldi sta approfittando della crisi economica e dell'aumento della disoccupazione nei Paesi dove è scoppiata una bolla immobiliare e dove è più forte la tendenza al risparmio. Non è vero quindi che la Germania non riesca ad esportare più nulla. Peraltro si dice che un giorno Anna Albrecht, madre dei proprietari Theo e Karl, abbia detto: "Quando per la gente va male, per noi va bene".

 

PS: Sempre in tema di abitudini alimentari: in novembre ho scritto un post sui ristoranti tedeschi selezionati dalla Guida Michelin, notando l'aumento in Germania di quelli a tre stelle. E' proprio di qualche settimana fa la notizia che la società francese ha nominato la prima donna e la prima straniera a capo dell'edizione Francia del celebre Guide Rouge. E' tedesca, si chiama Juliane Caspar, e parla correntemente quattro lingue. Poiché nel suo lavoro di "ispettrice di ristoranti" deve mantenere l'anonimato, della signora Caspar non si hanno foto. Michelin ha solo detto che ha circa 40 anni. Commentando la notizia il quotidiano Die Welt ha scritto: "Tenuto conto che la cucina tedesca è spesso considerata in Francia un'arma letale, la nomina della signora Caspar equivale alla scelta di Mercedes di nominare un marziano alla direzione sviluppo di nuove automobili".