Ha fatto scalpore, soprattutto nella stampa italiana, il modo grafico in cui il quesito referendario che si terrà in Grecia domenica 5 luglio è stato posto. Sulla scheda elettorale si legge: “Accettate il progetto di accordo presentato dalla Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale all’Eurogruppo del 25 giugno 2015 e che prevede due parti?” Più sotto, si legge: “Il primo documento è intitolato Riforme per il completamento dell’attuale programma e oltre, mentre il secondo documento è intitolato: Analisi preliminare sulla sostenibilità del debito“. Successivamente, due caselle, prima il No, poi seguito più in basso dal Sì. Non so francamente se la disposizione delle due possibilità – il No prima, il Sì dopo – sia così importante e possa influenzare le scelte degli elettori. Certo che il tentativo del governo greco di influenzare i cittadini, se così è stato, è ingenuo, rispetto ad altri tentativi passati. Il 13 marzo 1938 si tenne in Austria un referendum sull’annessione del paese al Terzo Reich. La scheda del referendum tedesco fu sorprendente. Vi si leggeva: “Sei d’accordo sulla riunificazione dell’Austria con il Reich tedesco e voti quindi per la lista del nostro Führer Adolf Hitler?” In questo caso, il Sì era graficamente molto più grande del No. Il risultato fu senza appello. Il 99,7% dei suffragi fu per il Sì. Il No riscosse appena lo 0,27% dei voti. Un’ultima annotazione storica. Esiste da 75 anni un “Giorno del No” in Grecia (Epeteios tou “‘Ohi”), celebrato il 28 ottobre di ogni anno. In quella data nel 1940, il governo del primo ministro Ioannis Metaxas respinse l’ultimatum presentato da Benito Mussolini. Il Duce avvertì che in assenza di un benestare all’entrata delle truppe italiane nel paese per contrastare l’esercito inglese, l’Italia – alleata alla Germania – avrebbe dichiarato guerra alla Grecia. Secondo la leggenda, Metaxas avrebbe risposto Ohi!, No! Poche ore dopo, le truppe italiane attaccarono i posti di frontiera greci al confine con l’Albania. Tuttora, a 75 anni di distanza, la giornata viene ricordata in Grecia con parate militari e manifestazioni studentesche. Il parallelo con la vicenda odierna è impressionante, dopotutto i paesi protagonisti sono gli stessi, e si capisce forse meglio la strategia politica del primo ministro Alexis Tsipras nei confronti dell’Europa.
(Nella foto in alto, la scheda elettorale tedesca del 1938; nella foto in basso la scheda elettorale greca del 2015)