E’ con innegabile stile che i belgi organizzano e partecipano ai lutti nazionali. Così fu nel dicembre 2011 quando un uomo uccise a colpi di arma da fuoco sei persone, ferendone 125, nel centro di Liegi. Così fu nel marzo 2012, in occasione di un incidente di autobus nelle Alpi svizzere che provocò la morte di 28 persone, di cui 22 scolari belgi. E così è oggi in occasione della scomparsa dell’ex regina Fabiola, morta venerdì scorso all’età di 86 anni. Mercoledì pomeriggio e ieri per tutta la giornata, i belgi hanno potuto rendere omaggio all’ex sovrana nel Palazzo Reale nel centro di Bruxelles. L’edificio, costruito tra il 1815 e il 1829 per Guglielmo I d’Olanda, non è più abitato dalla famiglia reale, ma ospita ancora l’ufficio di Re Filippo. Moglie spagnola del popolarissimo Re Baldovino, Fabiola è stata la regina di questo paese dal 1960 al 1993. Ieri pomeriggio erano centinaia i sudditi che si sono recati nel palazzo per renderle omaggio. Entrando dal cancello principale che dà sul Parc Royal, il visitatore era chiamato a seguire un percorso obbligato, delimitato da discreti cordoni di velluto. Nessun controllo di sicurezza. Qualche poliziotto in divisa all’entrata. Qualche usciere e maggiordomo lungo il percorso, le mani dietro alla schiena, ma senza essere né impettiti né compiti. Lentamente, scalino dopo scalino, i cittadini salivano lo scalone d’onore, superati nell’ingresso al piano terra un ritratto di Leopoldo II, il sovrano che più di altri trasformò il Belgio in un paese moderno e industrializzato, e alcune statue egiziane. Nessun cartello intimava di spegnere il cellulare o di garantire in silenzio. C’era chi rimaneva severo, e chi chiaccherava con il vicino. Dominava una piacevole naturalezza. Rispetto, senza irritante retorica. Salito al primo piano del palazzo, il visitatore entrava in una grande sale dove era disposta la salma di Fabiola, inquadrata da quattro militari in uniforme. L’ex regina era vestita di bianco, dello stesso colore che aveva scelto il giorno del funerale di Baldovino nel 1993. Corone di fiori circondavano il catafalco. Sulla sinistra troneggiava una vecchia foto in bianco e nero della regina, sorridente con suo marito. Nella folla, molti anziani, qualche giovane, e forse anche alcuni turisti che avevano colto l’occasione per curiosare nel Palazzo Reale, normalmente chiuso al pubblico. Anche alcuni poliziotti, motociclisti per la precisione, avevano deciso anche loro di rendere omaggio all’ex regina. Entrando nel palazzo si erano tolti il berretto d’ordinanza. Arrivati dinanzi alla salma se lo sono rimessi sul capo e hanno salutato sugli attenti. I visitatori uscivano dalla sala sulla sinistra, riprendevano lo scalone per tornare al piano terra. Prima di uscire dal Palazzo potevano lasciare in un libro d’onore un ricordo, un ringraziamento, un omaggio. Senza essere popolare quanto il marito, Fabiola fu una sovrana amata e stimata, nonostante la sua profonda fede cattolica provocasse tensioni in un paese diviso tra valloni e fiamminghi e soprattutto tra cattolici e laici. I belgi ne rispettavano il carattere e la forza. Nel 2009, in una lettera inviata al quotidiano La dernière heure, un ignoto “Guillaume Tell Bombers Flanders” promise di uccidere l’ex regina con una freccia tirata da una balestra in occasione della sfilata militare del 21 luglio, giorno della festa nazionale. Fabiola reagì con senso dell’umorismo. Durante le celebrazioni di quell’anno, l’ex sovrana tirò fuori dalla borsa una mela che tenne in mano con un sorriso. Nel paese di Tintin e di Magritte, il gesto fu apprezzato. Ieri alcuni belgi hanno reso omaggio all’ex regina lasciando nella sala accanto alla salma delle mele.
(Nella foto, una mela lasciata da un visitatore nel Palazzo Reale di Bruxelles)