Si è tenuta stamani a Parigi una cerimonia pubblica in omaggio a Robert Badinter, ex ministro della Giustizia, ex presidente del Consiglio costituzionale, ex senatore francese, scomparso il 9 febbraio all’età di 95 anni. L’uomo ha lasciato un marchio indelebile nella vita politica, certamente in Francia e forse anche in Europa.
Da ministro della Giustizia tra il 1981 e il 1986 è stato l’artefice di una serie di profonde riforme. Ha proposto e ottenuto l’abolizione della pena di morte, ha riformato il codice penale di origine napoleonica, ha permesso la depenalizzazione dell’omosessualità, e ottenuto l’abolizione di uno speciale organismo giurisdizionale, la Cour de Sûreté de l’Etat, che giudicava le infrazioni politiche, vale a dire contro la sicurezza dello Stato.
Nel paese della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, Robert Badinter, un avvocato di formazione, ha avuto un ruolo cruciale nel modernizzare una giustizia che ai tempi rimaneva sorprendentemente arcaica e forse anche reazionaria. “La giustizia – diceva – non è vendetta”. In Francia, tra le altre cose, ha curato la riedizione degli scritti di Cesare Beccaria (Des délits et des peines, Flammarion, Parigi, 2023)
L’uomo era nato nella capitale francese nel 1928 in una famiglia ebraica che aveva lasciato la Bessarabia dopo la Grande Guerra per fuggire ai pogrom di quel periodo. In un libro dedicato alla nonna (Idiss, Fayard, Parigi, 2018, non tradotto in italiano) Robert Badinter ricorda la vita degli immigrati d’Europa dell’Est nella Parigi tra le due guerre.
Nel 1943, la famiglia lascia la capitale occupata e ripara a Lione. Tornando a casa una sera il ragazzo di 15 anni capisce che nel suo appartamento è arrivata la Gestapo. Il padre verrà arrestato e morirà in campo di concentramento. Con la madre e la sorella, egli riuscirà a scappare per tempo.
In occasione del 50mo anniversario del rastrellamento del Velodromo d’inverno a Parigi, quando nel 1942 circa 13mila ebrei furono arrestati e inviati in campo di concentramento dai soldati tedeschi con la cooperazione dei poliziotti francesi, l’allora ex ministro dovette fare i conti con i dubbi, le proteste di alcuni facinorosi nazionalisti.
Sul palco, Robert Badinter li accusò con veemenza: “Mi fate vergognare! Quando penso a ciò che accadde 50 anni fa, mi fate vergognare! Disonorate la causa che credete di servire!”. Il monito suona terribilmente attuale in un momento in cui il nazionalismo attira nuovi adepti.
Quando nei giorni scorsi ho tentato di firmare il libro di condoglianze, nella sede del ministero della Giustizia in Place Vendôme a Parigi, sono stato costretto a desistere per non perdere il treno che mi avrebbe riportato a Bruxelles. La coda si allungava lungo quasi tutto il perimetro della piazza.
(Nella foto di Ludovic Marin, AFP, un momento della cerimonia di oggi, mercoledì 14 febbraio – Place Vendôme, Parigi)