L’immigrazione impone ai partiti politici di ripensarsi. Nell’Unione cristiano-sociale bavarese, cattolica e conservatrice, si discute se aprire il movimento politico all’Islam, ai cittadini tedeschi di religione musulmana. Nei giorni scorsi, il presidente del parlamento regionale Alois Glück, 67 anni, ha spiegato: «Dobbiamo cercare di allearci con le forze costruttive dell’Islam che vogliono trovare con noi un cammino comune». E il leader dei giovani Csu, Manfred Weber, 35 anni, ha aggiunto: «Possiamo trovare tra i concittadini musulmani molti sostenitori. Molti di loro sono conservatori e le nostre idee nel campo della famiglia o della sicurezza sono molto vicine».
Nuove regole meno stringenti permettono agli immigrati di acquisire la nazionalità tedesca. Oggi i cittadini tedeschi di religione islamica sono un milione, erano 56mila nel 1980. Possono i partiti politici ignorarli? Nello stesso modo in cui la CDU, sorella maggiore della CSU, vuole modernizzare la sua immagine con una politica più femminista, il movimento bavarese non può non guardare al grande mondo dell’immigrazione. Per ora, tuttavia, la posizione di Glück e di Weber è probabilmente minoritaria: ancora recentemente il presidente del partito Erwin Huber ha detto che le moschee non possono essere più grandi delle chiese.