ROSTOCK. «I nostri concorrenti sono l’Italia e la Spagna». Non batte ciglio Bernd Fischer, il presidente dell’Associazione turistica del Meclemburgo-Pomerania Occidentale: si esprime con sconcertante sicurezza nonostante la sua regione, nel Nord della Germania, sia battuta da un vento gelido in questa giornata uggiosa di fine novembre.
«Vogliamo diventare una meta turistica di primaria importanza – continua Fischer –. Già oggi sono più numerosi i tedeschi che vengono a trascorrere le vacanze sul Mar Baltico, di quelli che vanno a Majorca». Il Meclemburgo è il Meridione di Germania, uno dei Länder più poveri della ex Ddr, con una disoccupazione del 14% e una presenza di gruppuscoli neonazisti.
Per decenni nel periodo della belle époque il Baltico è stato un tradizionale luogo di villeggiatura dell’élite tedesca. Da Lubecca Thomas Mann trascorreva le estati a Travemünde, mentre gli Hohenzollern si dividevano tra i bagni termali del Taunus, vicino a Francoforte, e le spiagge di Heilingendamm.
A un secolo di distanza, il Land vuole tornare a essere una meta turistica di primo piano in un momento peraltro in cui la stessa Germania vuole cavalcare il grande turismo internazionale. Nel 2006, anno dei mondiali di calcio, il numero dei turisti stranieri è salito del 10%. «Quest’anno punto su un +7-8%», dice Heinz-Dieter Quack, direttore dell’Europäisches Tourismus Institut a Treviri.
La Germania sta cambiando abito: non vuole più essere solo un Paese industriale e un centro finanziario. Vuole anche diventare una destinazione culturale. Accanto alle rinomate città tedesche, il Meclemburgo ha un ruolo cruciale. «Nel 1990, all’indomani della caduta del Muro, avevamo 67mila posti di letto – racconta Fischer in un ristorante di Rostock, la più popolosa città della regione –. Oggi ne abbiamo 175mila. I pernottamenti sono saliti da 6,7 milioni a 26 milioni. Ormai, escludendo le grandi città, il nostro Land è il secondo più visitato di Germania dopo la Baviera».
La stragrande maggioranza dei turisti proviene dalla Germania, ma stanno aumentando lentamente anche gli stranieri. Per ora i pernottamenti di cittadini non tedeschi sono circa 690mila all’anno. L’obiettivo è di salire a un milione entro il 2010, spiega Fischer. In questi anni, il Land si è adoperato per uscire dall’isolamento dopo cinquant’anni di comunismo.
In ottobre, è stato inaugurato un ponte di oltre 4mila metri, il più lungo del Paese. Collega Stralsund con la grande isola di Rügen dalle note scogliere bianche. L’opera, costata 125 milioni, è stata costruita in poco più di tre anni. Di recente poi è stata anche completata la nuova autostrada A20 di 400 chilometri che attraversa il Land da Est verso Ovest.
In quest’ultimo decennio le autorità locali hanno restaurato i centri storici, ricostruito le banchine nei porti e le passeggiate a mare, rifatto strade e sistemi di telecomunicazione. Entro il 2010-11 dovrebbe essere ammodernata la linea ferroviaria che collega Rostock con Berlino. Obiettivo: viaggiare ad almeno 160 chilometri all’ora.
Il Land poi vuole collegare la regione con i voli a basso costo, usando l’aeroporto di Rostock e forse anche quello di Parchim, appena venduto a una società cinese. Negli ultimi 15 anni, gli investimenti nel turismo (hotel, musei, e così via) sono ammontati a circa 10 miliardi di euro: «A questo punto – commenta Fischer – possiamo offrire una delle più moderne infrastrutture turistiche d’Europa».
La regione conta centinaia di castelli e manieri, 2mila laghi e laghetti, 1.700 chilometri di coste sul Baltico e alcune delle città più belle del Paese, come Schwerin e Stralsund. Ma, al di là della villeggiatura balneare e delle attrazioni culturali, il Meclemburgo tenta di cavalcare altre immagini: il turismo del benessere e della salute per esempio. In questo senso, la Germania non si limita ad affidarsi passivamente (e presuntuosamente) ai suoi centri storici, ai suoi musei e alle sue bellezze naturali, come avviene spesso in Italia. L’establishment tenta anche di capire la domanda e modellare la sua offerta. Così nel 2007 la Deutsche Zentrale für Tourismus ha messo l’accento sul turismo religioso o letterario.
I cinesi, per esempio, sono appassionati dei fratelli Grimm. Uno dei programmi prevede un giro del Paese facendo tappa nei luoghi delle celebre fiabe. Un’altra proposta prevede l’affitto di una potente automobile tedesca per sbizzarrirsi, naturalmente senza limiti di velocità, sulle ampie autostrade del Paese. Negli Stati Uniti poi ha lanciato una campagna pubblicitaria rivolta ai quasi 43 milioni di americani con un’origine tedesca, esortandoli a visitare il Paese dei loro avi. Chissà se, come a Dublino oggi, tra qualche anno Berlino, Monaco o Amburgo saranno la meta di migliaia di turisti americani alla ricerca delle loro radici famigliari.
Tra l’ottobre 2006 e il settembre 2007 la Germania ha scalzato la Francia nella classifica delle principali mete turistiche degli olandesi. «È evidente che i mondiali del 2006 hanno mostrato al mondo una Germania nuova, amichevole e aperta – spiega ancora Quack –. Un bacino importante è la Cina: dal Paese asiatico mi aspetto nei prossimi anni un aumento a due cifre dei visitatori».
Con l’aeroporto di Parchim, non lontano da Schwerin, lo stesso Meclemburgo si candida a diventare un primo approdo per i turisti cinesi che vogliono visitare l’Europa. Pronto a dimostrare, anche con questo, che la presenza dei naziskin in Germania Est è del tutto marginale e non fa paura.
B.R.